“Deve anzitutto riconoscersi in termini di certezza la circostanza che i malori accusati dalla molteplicità dei partecipanti alla manifestazione tenutasi presso il Cinema Teatro San Marco sia stata la conseguenza della inalazione di quantità eccessiva di monossido di carbonio, come emerge dalla natura e tipologia dei sintomi descritti dalle persone offese - univocamente riconducibili a tale evenienze — e come riscontrato anche strumentalmente dalle analisi ematiche effettuate in ospedale”.
E' uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con la quale la Corte di appello, lo scorso 12 luglio, riformando la decisione del Tribunale di Benevento, che l'aveva assolta, ha condannato a 6 mesi, pena sospesa, per lesioni colpose -dichiarata prescritta l'accusa di immissione di fumi dannosi-., Gina Pompea Faraonio (avvocati Dario Vannetiello e Angelo Leone), legale rappresentante della 'Fa.Fa snc', la società che gestiva i locali dell'ex cinema San Marco, teatro dell'intossicazione da monossido di carbonio della quale erano rimasti vittime, il 20 gennaio del 2016, tanti studenti di scuole di Benevento e della provincia che stavano prendendo parte ad un convegno del Festival filosofico del Sannio al quale era stato invitato, come relatore, Massimo Recalcati.
Scrivono i giudici: “Alla luce degli elementi utilizzabili deve quindi ritenersi accertato che le lesioni personali patite dalle persone offese fossero conseguenza della inalazione di monossido di carbonio; che all'interno dei locali fosse al momento dei fatti presente una concentrazione di detta sostanza superiore alla soglia massima di legge, c che ciò fosse conseguenza dcl cattivo funzionamento dell'impianto di riscaldamento dei locali medesimi, atteso che alcun impianto di riscaldamento rilascia monossido di carbonio in condizioni di fisiologico funzionamento”.
La Corte sottolinea due circostanze: la prima , “confermata dal perito (era stato scelto dal Gip per l'incidente probatorio ndr) in occasione della deposizione dinanzi alla Corte, che all’atto dell'accesso finalizzato all'espletamento dell'incidente probatorio, era stata rilavata la effrazione dei sigilli apposti al locale caldaia, che i presenti (in ordine alla identità dei quali il perito non era in grado di fornire alcuna indicazione), inverosimilmente ascrivevano all'operato degli stessi Vigili del fuoco”. E ancora: “Tale circostanza, che il Giudice di prime cure mostra di trascurare, travolge la attendibilità degli esiti degli accertamenti svolti dal Perito (che pure rilevava criticità nella canna fumaria e nello scarico dell'impianto): a prescindere infatti dalla identificazione degli autori della violazione/rimozione dei sigilli, viene meno la garanzia della mancata modificazione dello stato dei luoghi che della attendibilità di tali accertamenti è indefettibile presupposto.
Gli esiti dell'incidente probatorio non possono pertanto essere valutati a confutazione di quelli effettuati dai Vigili del Fuoco, la cui attendibilità non è peraltro posta in alcun modo in discussione dallo stesso Perito”.
L'altra circostanza è relativa al “tema dell'avvenuto adempimento, da parte della imputata, degli obblighi di manutenzione inerenti la propria posizione, per il tramite di un intervento affidato a Messina Paolo junior che lo avrebbe effettuato in data 18 gennaio 2016, quindi appena due giorni prima degli eventi”. Messina, che sta scontando la condanna per l'omicidio Rosiello, era stato ascoltato in videoconferenza. Dichiarazioni che la Corte ha ritenuto “non attendibili, anzi le stesse appaiono modellate sulle esigenze difensive dell'imputata”, disponendo la trasmissione alla Procura di Napoli degli atti riguardanti quelle relative ad un secondo intervento di manutenzione il 6 ottobre del 2017, che la Corte ritiene “non sia mai avvenuto”.
La Corte ha anche condannato Faraonio al risarcimento dei danni alle sessantasette parti civili, rappresentate dagli avvocati Vincenzo Regardi, Alessandro Della Ratta, Mario Cecere, Roberto Pulcino, Pietro Farina, Tonino Biscardi, Vittorio Fucci, Nicola Covino, Pierluigi Pugliese, Massimiliano Cornacchione, Elena Cosina, Antonio Laudanna, Nunzia Meccariello, Francesco Iacuzio, Maurizio Giannattasio, Lucio Giuseppe Martino, Mariangela Crisci, Angelo Montella, Teresa Napolitano, Antonella Maffei, Paolo Abbate, Fiorita Luciano, Mario Izzo, Katia Iannotti, Antonio Suppa e Giuseppe Sauchella.