Benevento

Potrebbe essere mio padre. Lo incrocio per caso in un bar, lui è già al bancone quando entro. Consuma un caffè, ringrazia con una educazione che non c'è più ed esce dal locale. Credevo fosse andato via, lo ritrovo all'esterno. C'è un bel sole, il cielo è terso. Lo osservo con tenerezza.

I movimenti sono comprensibilmente lenti, come i gesti. Dalla giacca che indossa tira fuori un portamonete, ne prende una dopo averla attentamente scelta ed inizia a grattare un biglietto, di quelli che promettono vincite milionarie. Accende una sigaretta, l'aspira al riparo degli occhi indiscreti di chi gli vuole bene e gli direbbe, se fosse lì in quel momento, che non deve farlo perché fa male. Ma ad una determinata età, a certi piaceri, anche se con moderazione, non si deve rinunciare.

La monetina sfrega la carta, lui legge con attenzione il numero che emerge, per capire se compaia tra quelli vincenti. Si augura che ne spunti uno che gli permetterebbe di incassare una cifra che potrebbe servire ad arrotondare la pensione o, magari, a fare un regalo in più ad un nipote, ad un figlio. Chissà se a casa lo aspetta qualcuno o è, purtroppo, solo. L'operazione prosegue per qualche minuto, ma non dà risultati positivi. Perché quel tagliando finisce, spezzato a metà, in un cestino dei rifiuti.

Sarà per la prossima volta, dice a se stesso mentre si allontana, senza perdere la speranza. E' la molla delle nostra esistenza, in tutte le sue fasi: ti spinge a fare sempre di più quando si è giovani, a resistere alle avversità, ai dolori e alla malattia, ad immaginare che, nonostante l'orizzonte sia sempre più ristretto perchè l'anagrafe è spietata, possa esserci ancora un domani.

Guai se non nutrissimo la speranza, l'unico antidoto alla disperazione. Siamo sovrastati da una cappa di ansia e preoccupazione, i volti dei bimbi raccontano, senza che lo facciano trasmissioni televisive e magnifici reportage, il terrore e l'orrore delle guerre che i grandi scatenano. Siamo inermi e drammaticamente spaventati, dobbiamo soltanto sperare: cos'altro potremmo fare?