Benevento

Uno è rimasto totalmente in silenzio, un altro ha rilasciato solo dichiarazioni spontanee, altri cinque hanno risposto. Sono state queste le scelte operate negli interrogatori di garanzia da sette delle quattordici persone finite in carcere nell'inchiesta antiestorsione e antidroga della Dda e dei carabinieri di Montesarchio in Valle Caudina.

Si è avvalso della facoltà di restare a bocca chiusa Francesco Buono (avvocato Mauro Iodice), 31 anni, di Airola, mentre, attraverso delle dichiarazioni spontanee, ha dato una sua giustificazione alle vicende che gli sono state addebitate Vittorio Saturnino (avvocati Pierluigi Pugliese e Danilo Riccio), 67 anni, di Sant'Agata dei Goti.

Hanno invece risposto alle domande Alessandro Massaro, 29 anni, di Airola, Biagio Massaro, 30 anni, di Airola, Pasquale Massaro, 25 anni, di Airola – tutti difesi dall'avvocato Stefano Sorrentino -, Fiore Clemente (avvocato Valeria Verrusio), 65 anni, di San Martino Valle Caudina, e Domenico Nuzzo Piscitelli (avvocati Danilo Di Cecco e Vittorio Fucci), 51 anni, di Santa Maria a Vico.

I tre Massaro hanno precisato di conoscere solo alcuni degli indagati che nel 2020 erano stati arrestati, ma non i Pagnozzi. Mentre Clemente, da parte sua, ha escluso di aver avuto rapporti con le persone di Moiano, Sant'Agata ed Airola. E lo stesso ha fatto, rispetto ai presunti sodali, Di Nuzzo, che ha anche ricordato la conflittualità tra i clan Pagnozzi e Massaro.

Conclusi gli interrogatori, ora la parola passa al Riesame, dinanzi al quale le difese impugneranno l'ordinanza di custodia cautelare.