Avellino

La data che filtra da alcune organizzazioni sindacali, degnamente rappresentate all'interno di Irpiniambiente, è quella di sabato. C'è anche un numero: 71 dipendenti. Ovvero, gli operatori che dall'azienda interamente partecipata dalla Provincia, nonostante gli strali e gli arrocchi del sempre più isolato presidente Buonopane, passeranno in Grande. 

Ma non sarà un'operazione facile o immediata

Il passaggio dei primi 71 operatori avverrà in via preliminare presso la De Vizia, l'azienda privata che diventerà partner del Comune di Avellino nell'operazione sganciamento dal carrozzone Irpiniambiente. Il sindaco Festa, con il sostegno di qualche mente imprenditoriale privata e molto, ma molto esperti di gestione di delicate fasi preelettorali, ha studiato bene la faccenda. Di qui le rituali partenze lancia in resta delle opposizioni, Partito democratico in testa, che non stanno toccando palla e gridano al pasticcio burocratico.

Il piano è geniale

Questi 71 operatori, scelti non si sa ancora bene attraverso quali prerogative, faranno parte di un elenco che soltando nel giro di qualche mese diventerà definitivo. Meglio spiegarsi terra terra: lasceranno la società pubblica per confluire in una società privata. Il che, necessariamente, si dovrà tradurre in dimissioni o licenziamenti. Per i "dipendenti" selezionati sarà un salto nel vuoto. Quando vai nel privato o funzioni o vieni cacciato. L'immagine il sindaco Festa l'ha già preparata: via dalla città i fannulloni. E di imboscati nelle società pubbliche (Irpiniambiente farà eccezione?) ce ne sono a decine e decine. Quindi c'è l'opportunità, lo slogan e anche i tempi: qualche mese. Poi, e soltanto poi, compare sulla scena Grande, una società mista pubblico-privata che funzionerà a capitale misto.

L'operazione simil-elettorale

Cosa accade tra qualche mese nella città capoluogo? Toh, ma non è che si vota? Eccolo il piano: 71 assunzioni, famiglie numerose comprese, sono in campagna elettorale una forza potenzialmente dirimente. L'arma in più che chi tira le redini dell'operazione potrà gestire. Perché se è vero che non sono ancora noti i criteri con i quali sarà effettuata la lista dei 71, il passaggio in De Vizia garantirà la certezza che, nelle more della definizione del personale effettivo di Grande, molti, ma molti in più potranno potenzialmente aspirare all'assunzione nella nuova società. Che parte nuova nuova, senza debiti, con la garanzia di costi apparentemente definiti e l'efficienza garantita dalla gestione del privato: De Vizia, appunto.  

Il precedente

Nel nucleo industriale c'è una fabbrica finita più volte nell'occhio del ciclone per le "assunzioni" che a cavallo di scorse tornate elettorali venivano garantite da taluni candidati. Magari meglio dire c'era. Perché le assunzioni in qualche modo ci sono state, la stragrande maggioranza a tempo determinato, e la fabbrica in questione non è che sia andata proprio bene: basta scorrere l'elenco delle vertenze aperte e dei licenziamenti operati per risalire.