Benevento

Ospite di Nunzia De Girolamo nel corso della trasmissione Avanti Popolo, Marco Paoloni ha ricordato l'arresto avvenuto nel giugno del 2011, quando era un tesserato del Benevento Calcio: "Succede tutto alle 6 del mattino del primo giugno. Bussano alla porta della mia camera d'albergo, mi dicono di fare la valigia e di andare a Cremona per parlare con il giudice. In questura a Benevento mi hanno fatto le foto segnaletiche e lì mi sono preoccupato, erano scene da film. Ricordo che dissi 'domenica ho la partita', visto che dovevamo giocare i play off per andare in Serie B. Ho fatto undici ore di macchina, è stato il viaggio più lungo della mia vita. Si è trattato di un evento brutto che non ero pronto a sostenere". 

Paoloni ha proseguito: "Ho avuto un processo mediatico spaventoso, come il portiere che ha avvelenato i compagni. La Procura di Cremona diceva il contrario, quindi è stato montato un film per farmi apparire come una persona che aveva torto. Mi sono preso la responsabilità delle scommesse, ma non ho mai detto di aver venduto la partita o avvelenato i miei compagni. Sono un portiere, non ne avrei avuto neanche bisogno. Il calcio non mi ha aiutato, la federazione mi ha ricattato dicendomi che avrei dovuto fare determinate dichiarazioni per puntare a uno sconto di pena. Ho mantenuto la mia linea. Quando succedono queste cose le scommesse sono la punta dell'iceberg, ma bisogna capire perché si è arrivati a questo punto. Mi sono ritrovato nelle parole di Fagioli, quando ha rivelato che un suo compagno gli ha fatto conoscere questo mondo. A me è successo ad Ascoli. Se conosco qualcuno che gioca? Certo, ci sono personaggi che giocano ancora in Serie A, B e qualcuno è anche in Federazione".