E' ritenuto irreperibile dagli inquirenti, ma il problema è che quella condizione è riferita ad una persona che non c'è più: nel senso che ha cambiato sesso e nome, ed ora non è più un lui ma una lei che vive e lavora al Nord.
E' quanto emerso nel processo a carico di un 30enne, all'epoca, di nazionalità straniera, accusato di falso per aver attestato, quando aveva denunciato al Commissariato di Telese lo smarrimento del suo passaporto, di essere residente – secondo la Procura – in un centro della Valle telesina.
Nel corso dell'udienza - vpo Giulia Zerella- sono stati ascoltati l'attuale capo della Mobile, Flavio Tranquillo, ed un poliziotto in pensione da cinque anni. Mentre il primo stava deponendo sul verbale mancato rintraccio dell'imputato, il giudice Carlo Buono gli ha fatto notare che nel frattempo la sua identità non era più maschile ma femminile.
L'altro teste ha invece precisato di non aver eseguito alcun accertamento presso l'abitazione indicata dal giovane, e di non sapere se ne fossero stati fatti. Una circostanza che la difesa, rappresentata dall'avvocato Natascia Pastore, tende ad escludere, sostenendo che potrebbero esserci stati, ma chiedendo se in quella casa – il domicilio del suo assistito - abitasse un giovane con determinate generalità, sentendosi rispondere di no dai proprietari che conoscevano, per averla ospitata, una donna con un nome diverso. Il processo proseguirà il 15 gennaio.