Ha suscitato molto scalpore la notizia del decesso di una donna di 68 anni che, sottoposta a terapia di inalazione presso un centro termale in penisola sorrentina, è stata contagiata dal batterio della legionella e purtroppo i sanitari non sono riusciti a salvarle la vita.
La vicenda risale alla scorsa settimana (la donna è deceduta il 13 ottobre) quando la signora, a conclusione di un ciclo di sei sedute inalatorie prescrittele per la prevenzione dell'otite, ha cominciato ad avvertire un grave malessere tanto da essere ricoverata in ospedale a Sorrento dove le è stata diagnosticata una polmonite ordinaria da curarsi con antibiotici.
Le condizioni della donna si sono perà presto aggravate tanto da richiederne il ricovero, questa volta all'ospedale Pellegrini di Napoli, dove è stata diagnosticata la legionella, il batterio che contamina l'acqua e che può risultare fatale se non tempestivamente identificato a curato. Purtroppo al ricovero è seguito il decesso dell'anziana i cui familiari hanno sporto denuncia all'autorità giudiziaria per accertare le eventuali responsabilità del caso.
A seguito della segnalazione da parte dell'Asl il sindaco Giuseppe Aiello ha emesso un'ordinanza di immediata sospensione dell'attività terapeutica per cui la struttura dovrà procedere a tutti gli accertamenti e alla sanificazione degli ambienti come previsto in questi casi.
Il problema delle morti dovute a patologie contratte in ambito ospedaliero e affini sta assumendo, a livello nazionale, una dimensione sempre più preoccupante, interessando tutte le fasce d'età e in particolare gli anziani oltre i 75 anni.
Di recente si è registrato sempre in Penisola Sorrentina almeno un caso di contagio probabilmente dovuto al batterio staphilococcus aureus, uno dei batteri ospedalieri più letali che avrebbe determinato il decesso di una sessantenne. L'antibioticoresistenza, spiegano i sanitari, acuisce gravemente questo problema perchè nel contrasto a queste infezioni vengono meno i farmaci principali utilizzati per la cura in quanto inefficaci. Da qui il sempre più pressante invito rivolto alla pubblica opinione di non abusare degli antibiotici spesso utilizzati impropriamente e in eccesso.