Napoli

Rudi Garcia ha quello che in francese (e come sennò) si chiama "le physique du rôle", il fisico adatto al ruolo, cioè alla parte che è venuto al Napoli - si sa bene come ma non si sa perchè - a svolgere. Proprio a Napoli poi, città dai mille volti e dalle mille maschere.

Tutto ci si aspettava di ritrovarsi da queste parti, dopo uno scudetto stravinto e strameritato, tranne che un lagnoso transalpino dalle movenze tanto lente da sembrare patologiche, che accusava la stampa nostrana di non amarlo, dividendola perciò in buoni e cattivi. Ah resta inteso che lo stesso non dice di avere un precettore, anzi no un badante, Aurelio De Laurentiis, e che si ostina a ripetere a ogni conferenza stampa che - oggi, domani e sempre - "bisogna vincere". Il come però lo omette. Aggiungo che si gloria anche del fatto che "per strada i tifosi lo sostengono", manco gli fosse capitata una sventura tra capo e collo e avesse bisogno di conforto e incitamento. Lo rassicuro. È solo diventato (immeritatamente) allenatore di una squadra di calcio che ha i colori più belli del mondo e i tifosi migliori al mondo, tanto da connotarsi a buona ragione come un popolo, e che ha appena vinto uno scudetto stracciando la concorrenza. Mentre lui, per limitarsi a continuare il grande lavoro svolto da qualcuno che non ha neanche pubblicamente ringraziato, prende tre milioni e mezzo netti all'anno. Smetta perciò quei panni da sfigato, si confronti con serietà e serenità con chi ne sa più di lui o di lui ha solo più sale in zucca e faccia le scelte che lo mettono al riparo da sfottò e figure barbine. Continuando così corre solo il (legittimo) rischio di diventare ancora più inviso al popolo azzurro - cosa per la quale non ci vorrà alcuno sforzo particolare - e ancora più ridicolo agli occhi di stampa e addetti ai lavori. Insomma, per dirla in breve, il buon Rudi sta per scavarsi la fossa con le sue stesse mani e passare così il resto della sua vita a spingere il passeggino sul lungomare di Nizza, peraltro bello e rilassante, con dentro una piccola Sofia sbraitante.

Del resto lui "il fisico perfetto" del pensionato in cerca di pace ce l'ha gia, basterà aggiungergli un buon mangime per colombi o gabbiani in questa o in quella mano e il gioco sarà fatto. Non resterà poi che trovargli un cane da guinzaglio e un amico (il patron azzurro) che ogni tanto lo va a trovare, ricordando con nostalgia quelle belle conferenze stampa in cui accusavano i giornalisti dei risultati mancanti, per vivere così tutti felici e contenti.