Cesinali

 

 

di Paola Iandolo 

Sparatoria a Cesinali, Giuseppe Valentini, 56enne di Bitonto, Vincenzo Montereale, 37enne di Bitonto, Valentino Capocchiano, 34enne di Grumo Appula hanno patteggiato la pena a 4 anni di detenzione domiciliare. I tre – difesi dall’avvocato Massimo Chiusolo del foro di Bari - sono stati prosciolti dal gup Marcello Rotondi del tribunale di Avellino, dall’accusa di tentata rapina perché il fatto non si è verificato. D’altronde già nel corso dell’interrogatorio di garanzia i tre avevano respinto quest’accusa sostenendo di essere arrivati in Irpinia per rubare delle automobili. Per lo stesso gip Paolo Cassano nel corso della convalida delle misure, l’ipotesi dell’assalto al portavalori era: “una mera illazione” la definisce il magistrato, “in quanto non supportata da alcun elemento di prova, che il gruppo criminale fosse in procinto di assaltare un furgone portavalori dell’istituto di vigilanza privata Cosmopol”.

Le accuse

I tre rispondevano di resistenza a pubblico ufficiale, detenzione illecita d’arma da fuoco, furto di autovetture e tentato omicidio in danno dei poliziotti.

I fatti

Un rapinatore morto, Giovanni Rinaldi e altri tre arrestati dopo un inseguimento durato centinaia di chilometri, da Chieti, fino alla provincia di Avellino. Questo il bilancio dell’operazione condotte dalle forze dell’ordine il 22 ottobre del 2022 con la polizia intercettò una banda composta da almeno 4 italiani, tutti tra i 30 e i 40 anni, originari della provincia di Foggia, che si preparavano a mettere a segno un colpo con assalto a un portavalori dell'istituto di vigilanza Cosmopol di Avellino. Fu la squadra mobile della questura di Chieti ad allertare le questure di Foggia e di Avellino fornendo il numero di targa di due auto e un furgone, tutti rubati qualche giorno prima del colpo, e utilizzati dalla banda per mettere a segno l’assalto che sarebbe dovuto avvenire lungo il raccordo autostradale Avellino - Salerno.

Nell'inseguimento i rapinatori riuscirono più volte a seminare la polizia, ma il piano di accerchiamento messo a punto dalla questura di Avellino costrinse i rapinatori in un "imbuto" nei pressi del cimitero di Cesinali. Un'auto si fermò al posto di blocco ma poi forzò lo sbarramento della polizia e ne nacque un conflitto a fuoco. Uno dei rapinatori a bordo della vettura rimase ucciso. Gli agenti lo trovarono riverso sul sedile posteriore della vettura che aveva imboccato un passaggio a livello immettendosi sulla strada ferrata.