A un anno dall’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, l’ANEV tira le somme sull’operato dell’esecutivo, esprimendo soddisfazione per il dialogo avuto con il Governo, e auspicando una accelerazione nell’approvazione delle ulteriori misure necessaria a raggiungere gli obiettivi settoriali.

Le proposte avanzate dall’ANEV che hanno visto concreta applicazione sono molte, partendo dall’espunzione della verifica preventiva archeologica da parte delle Sovrintendenze per le Valutazioni di Impatto Ambientale, passando per l’inserimento delle tariffe a base d’asta per le aste e registri dell’ultima procedura del GSE, proseguendo con l’adeguamento ISTAT che bloccava gli impianti autorizzati che dovevano aggiudicarsi la tariffa per poter essere realizzati, passando da circa 65 €/MWh a 77 €/MWh. 

Molto utile è stata la creazione del Tavolo degli Stati Generali delle Rinnovabili che sta consentendo un dialogo costante con il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin con tutte le associazioni del sistema elettrico, fino all’accoglimento della semplificazione delle procedure autorizzative, come la modifica al Decreto Asset laddove all’art. 12-ter ha stabilito che gli effetti delle nuove dichiarazioni di notevole interesse pubblico non si applicano alle opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (“impianti FER”) i cui procedimenti autorizzativi abbiano già ottenuto, il provvedimento di valutazione di impatto ambientale (“VIA”) ovvero altro titolo abilitativo.

Tra le iniziative accolte e che verranno realizzate per il futuro troviamo, oltre a nuove misure di sburocratizzazione, anche la separazione tecnologica nelle nuove procedure di sostegno alle Rinnovabili del Decreto FERX e la definizione della Aree Idonee con una riduzione delle distanze di buffer dai vincoli archeologici che auspichiamo scendano a non più di 500 metri.

Inoltre di rilevantissima nota è il fatto che grazie al lavoro svolto dall’ANEV con il Gruppo di Lavoro guidato da Guido Martinelli, è stato possibile ottenere l’esclusione delle torri eoliche dal calcolo dell’IMU come previsto dalla Circolare n. 28/E dell’Agenzia delle Entrate che in tema di determinazione della rendita catastale degli impianti eolici stabilisce che “deve ritenersi escluso dalla stima catastale tutto il complesso ‘rotore-navicella-torre’, da considerarsi quindi un unicum impiantistico, funzionale allo specifico processo di produzione di energia, fatte salve eventuali peculiarità costruttive specifiche dell’impianto”.

Riteniamo quindi soddisfacente il percorso fatto fino ad oggi con il Governo Meloni che ha mostrato apertura rispetto alle richieste del settore e auspichiamo una prosecuzione delle interlocuzioni sempre più fattiva e concreta volta a trasformare le molte ulteriori misure in provvedimenti utili al raggiungimento degli obiettivi settoriali.

Nel 2022 il nostro Paese ha installato 3,1 GW di capacità rinnovabile e per raggiungere i target di decarbonizzazione dovrà installarne 80 al 2030. Il PNIEC prevede che 14 di essi siano attribuiti all’eolico on-shore. È in questa direzione che ci aspettiamo prosegua l’attività dell’esecutivo.