Napoli

Sala Arengario del Palazzo di Giustizia di Napoli gremita per la cerimonia di insediamento di Nicola Gratteri nelle funzioni di procuratore della Repubblica di Napoli. Discorso brevissimo ma intenso per il magistrato nell'udienza per la sua immissione in possesso ed esercizio delle funzioni.

"Spero prestissimo, appena possibile, di concordare gli incontri con il presidente del Tribunale e i presidenti di sezione, con il presidente della Corte d'appello, il procuratore generale e l'avvocatura, per cercare di costruire assieme sinergie, per togliere animosità, se ci sono, e per andare più spediti a dare risposte di giustizia a migliaia di persone che sperano in noi come ultima spiaggia" ha detto Nicola Gratteri.

"Il mio ufficio credibile per ricevere più denunce'

"Spero che il mio ufficio sia credibile al punto tale da ricevere più denunce rispetto ad oggi". "Delinquere non conviene" ha aggiunto Gratteri, rimarcando di aver "lasciato una Calabria dove migliaia di cittadini hanno fiducia di nuovo nella giustizia, hanno denunciato famiglie di ndrangheta". Il neo procuratore si è detto comunque "ottimista", confidando, rispondendo alla domanda di un giornalista, che la grande aspettativa che c'è nei suoi confronti, più che una sfida, "è una preoccupazione, però ce la metterò tutta"

Mafie: nostra legislazione non è più la migliore al mondo

La legislazione antimafia italiana "non è più la migliore legislazione al mondo, perché cominciano ad esserci delle farraginosità che non hanno senso di esistere". "Si incomincia a mettere in discussione il 416 bis, le misure di prevenzione, quindi incomincerei a stare attenti a usare ancora questa espressione", ha aggiunto Gratteri. "Ci sono tante camorre e tanti livelli di camorra, non "c'è una ricetta: bisogna adeguare e modellare gli investigatori, i magistrati in base al territorio". 

Melillo, Gratteri magistrato di grandissimo valore 

"Siamo in presenza di un magistrato di grandissimo valore". Così Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, intervenendo all'udienza di immissione in possesso ed esercizio delle funzioni di procuratore di Napoli di Nicola Gratteri. Sul loro rapporto, Melillo ha detto che "tra noi c'è sempre stata stima e rispetto, e per questo abbiamo potuto anche sorridere e scherzare delle piccole e vane insinuazioni su presunte contrapposizioni tra di noi. Gratteri ha lavorato per oltre 35 anni in una terra tanto affascinante quanto difficile, pericolosa e complessa, conosce la complessità. La Procura di Napoli è la più grande Procura d'Italia ma è anche l'ufficio in cui qualunque magistrato vorrebbe lavorare, sapendo di entrare a far parte di una comunità professionale retta sulla condivisione di valori.

"Sono certo che Gratteri sara' un ottimo procuratore di Napoli". Melillo ha quindi ricordato che Gratteri Nicola "ha lavorato per oltre 25 anni in una terra difficile, complessa", mostrando "rigore morale, entusiasmo, grandi capacita' umane".

«Non diventai ministro perché qualcuno suggerì a Napolitano di rifiutare la proposta». La replica del figlio 

Lo scomparso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "era fermamente convinto che un pubblico ministero in servizio non potesse assumere le funzioni di ministro della Giustizia, per il rispetto elementare del prinicipio della separazione dei poteri. Non è un caso che non sia mai avvenuto nella storia della Repubblica". Lo scrive, in una lettera al Corriere della Sera, Giulio Napolitano, figlio dell'ex capo dello Stato, in risposta ad alcune dichiarazioni del neo procuratore di Napoli Nicola Gratteri che, in interviste al Corriere e alla Tgr Calabria, ha detto tra l'altro: 'Bisognerebbe capire chi ha detto a Napolitano che non potevo fare il ministro'. Giulio Napolitano sottolinea, 'come cittadino e come studioso', di non potere che 'auspicare che prima o poi si giunga ad una condivisione autentica e diffusa del significato e delle implicazioni di un principio basilare della nostra democrazia'. Per il resto, a giudizio del figlio dell'ex capo dello Stato, 'poco importa che il procuratore non conosca la storia personale, politica e istituzionale di mio padre e quindi non si renda conta della insensatezza di questa affermazione. Ciò che conta è che mio padre ha sempre esercitato le sue prerogative nella rigorosa ed esclusiva osservanza della Costituzione'.