Napoli

Dal marchio Corleone pubblicizzato anche sui media nazionali, alla bibita 9mm, fino allo spaccio di sigarette. I coniugi più discussi del panorama neomelodico napoletano avevano in mano un business milionario gestito grazie allo loro visibilità mediatica e con l'appoggio di Vincenzo Di Lauro junior, secondogenito del superboss di Scampia, Ciruzzo o milionario.

Tony e Tina finiti alla ribalta nazionale per il loro matrimonio trash con cavalli e cortei dal Maschio Angioino fino in piazza del Plebiscito, ora sono chiusi in carcere, insieme ad altre 26 persone accusati concorso in associazione camorristica e contrabbando di sigarette.

Il cantante palermitano conosce Tina perché aveva un debito di circa mezzo milione di euro, maturato dopo la morte del marito, il boss Gaetano Marino, ucciso in un agguato nel 2012 a Terracina. A raccontarlo è un collaboratore di giustizia. Colombo si trova quindi fidelizzato al clan e legato alla Rispoli anche da un vincolo personale. La relazione comincia nel 2015 e nel 2019 si sposano.

Per Vincenzo di Lauro, la loro relazione diventa un'opportunità. E' l'autunno del 2017 i due lavorano a un progetto ambizioso: il marchio di abbigliamento Corleone depositato dal cantante che viene pubblicizzato ovunque. Di Lauro intanto intravede la possibilità di guadagno anche nella produzione di sigarette di contrabbando. Tony si mette alla ricerca di un capannone in provincia di Roma. La coppia – emerge dalle intercettazioni – finanzierà con 35mila uno di questi opifici.

I rapporti tra Tony e Vincenzo riguardano anche i canoni di locazione per un supermercato, il cantante chiede proprio a di Lauro la riscossione dei pagamenti: non ci abbandonare Enzuccio.