Avellino

Come un viaggio nel tempo attraverso le immagini di una città in bianco e nero: l'Avellino dell'800 con il suo centro storico raffinato e le carrozze nella piazza principale, e poi la vita del 900 prima che il disastroso terremoto del 1980 stravolgesse tutto, cambiando il destino di una generazione.

E' emozionante sfogliare il catasto di Avellino venuto fuori dal lavoro scrupoloso e attento del ricercatore storico Osvaldo Sarnelli, un personaggio profondamente innamorato della sua città. Nella pubblicazione in A 3 c'è la ricostruzione storica dei proprietari dei fabbricati dell'Avellino del passato, secondo volume di una raccolta da collezione.

Ad affiancare Sarnelli, il giornalista Gerardo Mallardo per un lavoro che è davvero straordinario. “Penso che una ricostruzione storica del genere non sia mai stata fatta ad Avellino”.

Chi è Osvaldo Sarnelli, l'autore di un'opera davvero unica

Osvaldo Sarnelli è un ricercatore storico sulla città di Avellino dagli anni ’80 del secolo scorso, quando dopo l’emergenza sisma del 23 novembre 1980, fu incaricato dall’ex-assessore Basagni del Comune di Avellino di costituire un nuovo ufficio, quello Patrimoniale, mai realizzato in passato da altri dipendenti tecnici-amministrativi. Anche perché in quel periodo, dovendosi riattare vari edifici pubblici, si verificavano degli accesi contrasti con l’ Amministrazione Provincia sulla proprietà di alcuni immobili: l’ex-Tribunale, l’ex Orfanotrofio e chiesa annessa a via Clausura (sede attuale del Palazzo Comunale in Piazza del Popolo), l’ex-Convento degli Agostiniani e chiesa annessa (sede attuale del Comando VV.UU.), la scuola di Avviamento Professionale in via Trinità, alcuni edifici scolastici come quello dell’ex- convento dei Riformati in C.so Europa, e vari altri immobile e spazzi pubblici.

Sarnelli si dedicò con enormi difficoltà ad intraprendere questo cammino di ricercatore storico, dovendo risalire a consultare atti dell’Ottocento, passaggi di proprietà, atti deliberativi, atti notarili, riuscendo a porre anche fine a quei contrasti tra i due Enti.

“Sono stato in quel periodo – racconta Sarnelli - l’ unico a risalire agli atti di proprietà dei citati immobili. Tali relazioni storiche corredate da allegati deliberativi, decreti, atti notarili, venivano trasmessi ai vari assessorati e uffici tecnici-amministrativi. Alcune di queste mie ricerche, vennero inserite in qualche rivista storica. Ma nel tempo vennero utilizzate da altri, riportandole in pubblicazioni rese note all’intera popolazione cittadina”.

Sarnelli ricostruisce il suo appassionato impegno: “Ho consultato dagli anni ottanta del passato secolo gli Archivi di Stato di Stato di Avellino e di Napoli, letti molti testi degli storici del passato come Pionati, Bellabona, Scandone, acquisendo sempre di più un’ampia visione storica dell’intera città di Avellino”.

Sarnelli si è poi voluto cimentare su una nuova tematica storica, mai affrontata dagli storici del passato: il Catasto Provvisorio del 1815 di Avellino, riguardante prettamente le due zone urbane della città. Se in passato alcuni ne hanno parlato e descritto, si sono limitati a farne solo una descrizione strutturale di esso.

L'originalità della pubblicazione di Sarnelli

“Scorrendo quelle pagine – racconta il ricercatore avellinese - si ha l’impressione di rivivere il passato di quei due secoli precedenti , percorrendo le strade di Avellino. Riviverla in quelle immagini fotografiche e stralci planimetrici stampati in varie grandezze. L’Ottocento è stato ben intrecciato, in una perfetta corrispondenza biunivoca degli immobili e relativi proprietari con i vari stralci planimetrici della città risalenti dall’anno 1756”.

Ci sono immagini fotografiche di persone, strade e fabbricati, che fanno ricordare e rivivere quei luoghi del secolo scorso. Insomma è una miscela di tante cose combinate, connesse e messe insieme tra loro, che si affiancano a quel succedersi dei proprietari ed immobili. Inoltre sono state inserite nuove importanti notizie storiche attinte da altre fonti non catastali.

“Ma per ottenere questi risultati- spiega Sarnelli - ho dovuto impegnarmi, per circa quattro anni, a consultare una molteplicità di atti. Dal Catasto Provvisorio dell’Archivio di Stato di Avellino, ove sono riportati solo il primi proprietario, consultando i suoi 30 volumi, ho potuto riportare quelli successivi con i dati notarili, i confini dell’immobile, e importantissimo le strade per immobile e proprietario, raramente riscontrate nel Catasto Provvisorio. Questa incompletezza di strade, mi comportò la consultazione di una moltitudine di atti notarili. In tal modo ho separato in varie zone Avellino per strade”.

Interessante la parte tecnica della formazione del Catasto Provvisorio, ove nelle osservazioni si riscontrano i molteplici errori commessi per la sua compilazione. Si rilevano i ricorsi fatti, i mestieri, la graduatoria dei primi venti proprietari con maggiore rendita, quella dei primi venti fabbricati con maggiore rendita e quelli privi di rendita.

La particolarità, inoltre, di questo nuovo libro di storia, a differenza degli altri fatti su Avellino, è la pubblicazione in pagine di grandezza A3, che corrispondono a quelle del Catasto Provvisorio.

Di tutti i comuni della provincia, Avellino detiene il primato di aver avuto la pubblicazione del Catasto Provvisorio.

Esso riveste la sua importanza, per essere un punto di partenza per la ricostruzione e lo sviluppo urbanistico della città di Avellino. E’ il ponte di collegamento tra il Catasto Onciario del 1740 e quelli successivi. E’ la base di riferimento per successive ricerche. E’ anche la verifica di quanto scritto dagli storici del passato.

Per ulteriori informazioni: sarnelli.osvaldo@tiscali.it