Salerno

Filippo Inzaghi, nuovo tecnico della Salernitana, si confida in un lungo intervento al Festival dello Sport, organizzato dalla Gazzetta dello Sport. L'evento, a cui ha partecipato anche Iervolino in un altro tavolo di discussione, sta generando un grande fermento. Il nuovo tecnico dei granata, mister Pippo Inzaghi, è intervenuto nell'incontro titolato "Il momento giusto", basato proprio sul suo ultimo libro e che richiama le sue incredibili doti da rapace d'area di rigore.

Gli inizi, la formazione, la gavetta: Filippo prima di essere Super Pippo Inzaghi

In un'affascinante retrospettiva sulla sua infanzia, Filippo Inzaghi condivide il luogo dove lui e suo fratello Simone hanno dato i primi passi nel mondo del calcio. Questa piccola piazza tra la scuola elementare e la media vicino a Piacenza è un punto di partenza speciale per la loro storia nel calcio. Qui, giocavano a calcio tutti i giorni, imparando il valore dell'amicizia e della perseveranza. Inzaghi riflette sulla differenza tra la sua infanzia e quella dei giovani d'oggi, sottolineando l'importanza della famiglia nel loro percorso. «I giovani d’oggi non li invidio, abbiamo visto anche purtroppo quel che sta succedendo, hanno tante distrazioni», ammette.

La sua famiglia ha avuto un ruolo fondamentale nel plasmare il suo carattere. «Se io e Simone siamo così è merito dei miei genitori che ci hanno insegnato il giusto valore delle cose, ci hanno fatto studiare, si sono fidati di noi perché abbiamo dimostrato che eravamo ragazzi perbene».

La carriera di Filippo Inzaghi come calciatore è stata una serie di successi straordinari. Tuttavia, Inzaghi riconosce che nulla è stato ottenuto senza sforzo. Parlando dei suoi primi anni nel calcio, Inzaghi rivela che «prima di arrivare dove sono arrivato ho dovuto fare tantissima gavetta, mi sono dovuto guadagnare tutto».

I pilastri di Super Pippo Inzaghi

La dedizione e l'impegno sono stati i pilastri della sua carriera, permettendogli di ottenere risultati sorprendenti. Inzaghi parla con orgoglio del suo traguardo come capocannoniere all'Atalanta a soli 23 anni. «Quando torno lì è come se ci avessi giocato vent’anni. Ebbi la fortuna di giocare 4 anni nella Juve e poi 12 nel Milan. Per un giocatore è stato il massimo». Ed è la passione, quella a cui Inzaghi attribuisce gran parte del suo successo nel mondo del calcio. «Faccio ancora le scelte per passione», afferma. Riconosce che potrebbe optare per un percorso meno stressante, come diventare opinionista televisivo, ma la sua vera passione è l'allenamento. L'esperienza con il Milan, in particolare il suo primo anno da allenatore della prima squadra, è stata formativa. «Dal Milan ho imparato tanto», afferma e sottolinea che l'allenamento è un lavoro difficile ma gratificante. «Spero di divertirmi, la categoria mi interessa poco. Alcuni non hanno capito le mie scelte: un allenatore impara ogni anno che allena», conclude.

A sostegno del calcio italiano

Inzaghi riflette sulla sua infanzia da tifoso, quando lui e suo padre andavano a vedere il Piacenza in Serie C e chiedevano autografi. La connessione tra i giocatori e i tifosi è fondamentale per Inzaghi, e lui cerca di mantenere questa relazione speciale con i suoi sostenitori. «So cosa vuol dire un nostro autografo, io sono stato tifoso», sottolinea Super Pippo che fa anche un appello ai fan e alla comunità calcistica italiana per sostenere i giovani talenti. «Cerchiamo di dare fiducia agli italiani, siamo una scuola importante, allenatori e giocatori». Incoraggia tutti a credere nei giovani talenti italiani e a dare loro opportunità per crescere nel mondo del calcio.

Gli obiettivi da nuovo allenatore della Salernitana

Guardando al futuro, Inzaghi è emozionato all'idea di esordire come allenatore della Salernitana. «È una piazza calda come l’anno scorso a Reggio», afferma con entusiasmo. La squadra e la tifoseria stanno a cuore a Inzaghi, e lui è determinato a fare del suo meglio per portare al successo i granata. Inzaghi crede fermamente nell'importanza di unire le parole all'azione per trascinare la squadra verso il successo. «Dobbiamo essere bravi noi a fare poche parole e tanti fatti per trascinarli con noi verso il nostro traguardo», conclude, cercando di trasmettere quella passione e quell'entusiasmo che lo contraddistingueva da giocatore e che tuttora, a distanza di anni, conserva e custodisce gelosamente anche sedendo in panchina.

Il discorso di Inzaghi è un viaggio attraverso la sua vita, dai giorni dell'infanzia alla sua carriera di successo e al suo futuro come allenatore della Salernitana. La dedizione, la passione e l'importanza della famiglia sono temi chiave che lo hanno guidato lungo il suo straordinario percorso nel mondo del calcio.