Le parole di mister Paulo Sousa ai microfoni di SKY al termine del match perso per 3-0 in casa del Monza non lasciano scampo ad alibi di sorta, specialmente dopo una prestazione totalmente insoddisfacente. "Oggi abbiamo avuto molta difficoltà, c'era bisogno di più vicinanza tra i reparti. Hanno abbassato la linea di centrocampo per crearci problemi. Le nostre linee di pressione si sono allungate e si sono così create troppe distanze. Abbiamo dato l'opportunità al portatore di palla di guardare avanti e di dialogare con la prima punta. Abbiamo cambiato nella ripresa il livello di organizzazione difensiva, e questo ci ha portato a stare meglio in campo e ad avere qualche opportunità. Siamo stati in partita fino al rigore. Le occasioni importanti le abbiamo avute ma non siamo riusciti a fare gol. La conseguenza è il risultato che abbiamo subito".
Una questione di fiducia
Per Sousa è sicuramente un problema maggiormente mentale (o almeno tattico) che atletico, in quanto "finiamo sempre le partite bene fisicamente e con molta intensità. I dati sulla condizione atletica sono sempre alti. I centrocampisti del Monza hanno avuto capacità di uscire sotto la nostra pressione che non è stata sempre esplosiva e determinante. Nella seconda parte, con un cambio tattico, abbiamo fatto meglio e siamo stati quasi sempre nella loro metà campo. L squadra ha bisogno di fiducia - sottolinea mister Sousa -, lavora e ci prova ma ha bisogno di una vittoria. I ragazzi lavorano sempre bene ma le cose non ci stanno riuscendo. Siamo consapevoli delle difficoltà ma anche del lavoro che facciamo durante la settimana di allenamento, dobbiamo continuare a spingere fino a quando non arrivano i risultati".
Un futuro incerto
Infine, interpellato sul suo futuro, Sousa prima parla della fiducia nel gruppo - e del gruppo nei suoi confronti - affermando che "I ragazzi sono ambiziosi, ascoltano e lavorano. Anche durante l'intervallo sono molto attenti sulle indicazioni di ciò che non va bene e cosa bisogna cambiare". Mentre sul futuro, Paulo Sousa glissa: "La dirigenza non mi ha detto assolutamente nulla. Io sono molto sereno e consapevole dell'onestà del mio lavoro. Certe cose fanno parte del calcio e bisogna accettarle. La preoccupazione è per quello che succede in Israele o Ucraina. L'importante è lavorare con onestà e fare del proprio meglio per ottenere risultati. Quando non arrivano è ovvio che la proprietà e la dirigenza deve analizzare e prendere decisioni per il futuro".