Avellino

Dal 1975 i casi di obesità nel mondo si sono quasi triplicati. Nel 2020, 39 milioni di bambini di meno di 5 anni erano in sovrappeso o obesi. Se la tendenza attuale non si modifica, si prevede che nel 2025 più di due miliardi di adulti saranno in sovrappeso, più di un miliardo saranno obesi, e 177 milioni saranno estremamente obesi. L’obesità o l’eccesso del grasso corporeo costituiscono così un problema maggiore della salute mondiale che riguarda la maggior parte dei paesi.

Questa patologia è associata al diabete del tipo 2 e alle malattie cardiovascolari, ma è anche un fattore di rischio maggiore per lo sviluppo e la mortalità legata a molti tumori maligni come quelli del seno, del colon, del retto, dell’esofago, del rene, dell’utero, del pancreas, e del fegato.

Si può dire lo stesso per i cancri dello stomaco, dell’ovaio e della tiroide, così come per il mieloma multiplo ed alcuni meningiomi. Inoltre l’obesità si accompagna ad una cattiva prognosi di queste malattie.

Circa l’8% di tutti i tumori maligni possono essere attribuiti all’obesità. L’eccesso del grasso corporeo determina un aumento del 17% del rischio di mortalità. La relazione tra obesità e tumori maligni non è ancora ben chiara. Essa implica un metabolismo alterato degli acidi grassi, un rimodellamento della matrice extra-cellulare, la secrezione di adipochine e di ormoni anabolizzanti e sessuali, un’alterazione immunitaria ed un’infiammazione cronica.

L’obesità può ugualmente aumentare gli effetti indesiderati dei trattamenti, e così influenzare le decisioni legate agli stessi. Anche le recidive, in pazienti guariti, sono più numerose negli obesi. Le relazioni negative, documentate, tra sedentarietà e rischio di cancro, sottolineano l’importanza di uno stile di vita attivo nella prevenzione dei tumori maligni, sia con meccanismi di azione diretta quali una migliore situazione metabolica, sia con la prevenzione del sovrappeso.

I dati dimostrano che l’esercizio fisico strutturato, combinato ad un regime alimentare personalizzato, determinano una perdita di peso più importante rispetto all’esercizio da solo e al regime alimentare da solo. In questo modo si può avere un impatto benefico sui biomarcatori sanguigni legati ai tumori maligni come la resistenza all’insulina, il tasso di ormoni sessuali, la leptina, e i marcatori dell’infiammazione. Nell’ottica di queste considerazioni, si raccomanda ai sopravvissuti al cancro di seguire uno stile di vita tale da ridurre il rischio di sovrappeso e di obesità, e quindi di recidive. Sono in corso studi incoraggianti anche riguardo a trattamenti medici o chirurgici per contrastare l’obesità, sia prima della malattia, sia dopo il trattamento e l’eventuale guarigione. La terapia chirurgica riservata ai grandi obesi (sleeve gastrectomy, by-pass gastrico, diversione bilio.pancreatica, bendaggio gastrico regolabile) ha già dimostrato grandi successi. Le terapie mediche, ancora in fase sperimentale, e peraltro riservate a pazienti in sovrappeso o affetti da obesità non grave, riguardano gli analoghi degli agonisti dei recettori del GLP-1 e i co-agonisti GIP/GLP-1.

L'autore è Medico - Endocrinologo