C'è un video dell'incidente a Mestre: il pullman guidato da Alberto Rizzo procede sul cavalcavia a una velocità non sostenuta, senza alcuna sensazione di frenata o di intoppo.

"È davvero un incidente inspiegabile", hanno dichiarato dalla "La Linea", la società che gestisce il collegamento tra Marghera e Venezia per conto della Martini Bus.

Il dubbio sul guard rail che proteggeva il cavalcavia di Mestre, infranto dal pullman prima della caduta, è stato sollevato anche dall'amministratore delegato de La Linea, Massimo Fiorese. Ha dichiarato all'Ansa: "Dai video, il guard rail sembra una ringhiera. Le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione, che è quasi come una ringhiera."

La Procura di Venezia ha aperto un'indagine per comprendere l'esatta dinamica dell'incidente. L'ipotesi principale al momento è che il conducente del bus, il trevigiano Alberto Rizzotto, "possa aver avuto un malore". Il bus è fuoriuscito dalla carreggiata sul cavalcavia della Vempa, ha sfondato il guardrail ed è finito nel vuoto vicino ai binari, dopo un volo di una decina di metri. Il mezzo elettrico ha preso fuoco per ragioni ancora sconosciute e cruciale sarà l'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza e delle videocamere interne del bus. 

Ci sono ancora 14 corpi da identificare e 4 feriti. A confermare questa situazione è Paolo Rosi, direttore del 118 della Regione del Veneto. Tra i deceduti ci sono sicuramente 4 ucraini, 1 tedesco e l'autista italiano, Alberto Rizzotto. Secondo le informazioni, tra le vittime ci sarebbero anche due austriaci e una persona di nazionalità croata ancora da identificare.

Nei soccorsi sono stati impegnati oltre 100 vigili del fuoco, più di 40 mezzi del Suem, l'elicottero del Suem 118 di Treviso. Sono stati coinvolti tutti i principali ospedali del Veneto.

L'ultimo post su Facebook dell'autista del pullman precipitato a Mestre, Alberto Rizzotto, era intitolato "Shuttle to Venice" (navetta per Venezia) e risale all'orario delle 18:30, un'ora e mezza prima della tragedia.

Il messaggio geolocalizzava Alberto Rizzotto, 40 anni, insieme ai 20 passeggeri, presso l'Hu Camping di Marghera. Nei momenti successivi, con la diffusione della notizia dell'incidente, sotto al suo post sono apparsi messaggi sempre più preoccupati da parte degli amici, che erano consapevoli della sua rotta.

"Rispondi" e "Fatti sentire per favore" erano tra i messaggi, ma senza risposta.