Napoli

Cosa è cambiato dal Napoli delle prime indecorose uscite a quello delle ultime due partite, vinte entrambe con quattro gol fatti e uno solo (straordinario) subito contro l'Udinese in casa non è dato del tutto sapere. Conosciamo il ritardo di preparazione già dichiarato essere stato scelto ad arte dell'allenatore Rudi Garcia e dal suo staff, proprio per consentire alla squadra azzurra di uscire alla distanza - dalla quale siamo peraltro ancora ben lontani.

Ma può mai essere ascritto a un problema solo fisico un cambiamento così profondo e repentino? Direi di no. Qualcos'altro deve essere accaduto. Un ravvedimento del tecnico francese su gerarchie, tattiche e posizioni in campo potrebbe essere un'altra buona spiegazione per una trasformazione così inaspettata. Già da Bologna hanno peraltro cominciato a intravedersi mutamenti che facevano ben sperare, e il primo ad accorgersene (e a dichiararlo pubblicamente) è stato come al solito proprio il presidente Aurelio De Laurentiis, in barba a esperti e sofisti, compreso il sottoscritto. Certo se quella partita l'avessimo vinta -  e bastava (rigore o non rigore) solo un po' di convinzione in più per farlo - oggi saremmo a due punti dalla vetta lombarda. Se ci aggiungiamo poi pure il macroscopico rigore non assegnato per fallo su Osimhen in Genoa-Napoli, saremmo di fatto in testa.

Ammettendo pure che i due episodi a sfavore dei partenopei abbiano alimentato la percezione generale di un inizio non brillante, resta da stabilire perché la squadra senza una plausibile ragione abbia ricominciato a giocare come sapeva e - ora lo sappiamo- come sa.

Più d'uno ha asserito che ciò potrebbe essere dipeso anche dalla debolezza tecnica e psicologica delle ultime due formazioni affrontate (ma il Lecce non era terzo prima di questo turno?) e qualcuno ha perfino parlato di "fuochi di paglia" presto spenti all'arrivo dei primi monsoni, in altre parole di team più blasonati, Real Madrid in testa. Fatti i dovuti scongiuri, qui dichiaro con fermezza che non sono d'accordo, e non purchè mi sia messo a versare lacrime di coccodrillo per quanto da me più volte detto su Gracia, cosa invece appena fatta dal bravo giornalista napoletano Francesco Molaro, che si è apertamente autoaccusato (come molti) di non "aver dato tempo a questo Napoli", bensì a causa del fatto che appare sempre più probabile che la squadra abbia deciso di fare da sé, ritrovando così d'incanto affiatamento e idee, una volta messa in campo come un tempo dal nuovo allenatore. Quando si dicono le (fortunate) coincidenze.