Casalnuovo di Napoli

L'annuncio di una messa in suffragio per Matteo Messina Denaro "è un'iniziativa raccapricciante". Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, sottolineando di voler "stigmatizzare con forza quanto accaduto nella chiesa di Casalnuovo di Napoli.

La scomunica

Un'iniziativa in contrasto con il processo di scomunica che la chiesa ha avviato per i mafiosi e che merita la condanna incondizionata di tutti quelli che credono nello Stato. Questo è un monito a non abbassare mai la guardia su legalità e giustizia".

Il sindaco: uno scempio, via il prete

Il caso di Casalnuovo scatena la bagarre. "Eravamo pronti ad interventi con un’ordinanza per impedire questo scempio”. Con queste parole Massimo Pelliccia, sindaco di Casalnuovo in provincia di Napoli, si è scagliato contro la decisione del parroco locale della chiesa "Maria Santissima Annunziata" di celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro, poi sospesa per "prudenza pastorale". Il primo cittadino ha spiegato di essere stato informato del fatto in mattinata e lo definisce "una cosa assurda, inaccettabile, vergognosa". "Mai e poi mai avrei consentito che nella città da me amministrata si celebrasse una messa per un mafioso, un esecutore ed un mandante di crimini atroci ed omicidi", ha continuato il sindaco, sottolineando che continuerà a vigilare sulle attività del parroco e chiederà al vescovado di Acerra di adottare provvedimenti.

Don Tommaso chiede scusa

La decisione di don Tommaso Izzo, diffusa tramite un post sulla pagina Facebook della parrocchia attorno alle 10, ha suscitato l'indignazione dei fedeli, che si sono rivolti anche al parlamentare napoletano di Alleanza verdi e sinistra Francesco Emilio Borrelli. "L'adorazione del male, il vescovo intervenga immediatamente per fermare questo scempio", ha tuonato il deputato. "È un'offesa a migliaia di vittime della criminalità. Il parroco ha sottolineato che è un dovere di ogni cristiano pregare per tutti gli esseri umani, anche quelli più cattivi. Ma una cosa è pregare in privato, un'altra è organizzare un evento pubblico". 

Don Izzo: la messa me l'ha chiesta un fedele 

Da parte sua, don Izzo ha dichiarato che "è stato un fedele a chiedermi di celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro, gliel'avevo segnata, ma poi l'abbiamo annulata per prudenza pastorale". Il parroco ha anche aggiunto di non essere stato lui a pubblicizzare la cerimonia su Facebook, ma un suo collaboratore. Non ha commentato sul fatto che qualcuno gli avesse chiesto un rito per il boss dei boss, poiché "se mi chiedono una messa, io la segno e la celebro".

Il vescovo: prendiamo le distanze

Di opinione diversa la diocesi di Acerra e il vescovo Antonio Di Donna, che hanno preso le distanza "dall'incresciosa e autonoma iniziativa della Parrocchia Maria Annunziata di Licignano in Casalnuovo di Napoli, lanciata sui social, di celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro".

Il parroco di Casalnuovo non è l'unico religioso a cui è stato impedito di pregare per l'anima del defunto ex-superlatitante. Nella mattina di martedì 26, tre monache benedettine di clausura si sono recate all'obitorio dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, dove si trovava la salma di Messina Denaro. Le suore si trovavano nella struttura per la visita oculistica della più anziana e, una volta terminata, si sono dirette alla camera mortuaria ma la polizia ha impedito loro di entrare. "Sapevamo che era lì e volevamo pregare per lui. Rimane un figlio di Dio, malgrado tutto", hanno raccontato, dicendo di non sapere che il nosocomio era blindato da due mesi. "Sappiamo benissimo chi è stato e i reati che ha commesso. Gli è stato negato il funerale religioso, va bene. Ma ricordatevi che ogni anima ha diritto di essere salvata".