San Giorgio del Sannio

Il sostituto procuratore Flavia Felaco è pronto ad avanzare la richiesta di giudizio immediato, alla quale l'avvocato Vincenzo Speranza replicherà con quella di rito abbreviato, che consente la riduzione di un terzo della pena. Da una parte l'accusa, che insiste sulla premeditazione, dall'altro la difesa, che esclude quella aggravante e sostiene la tesi di un delitto d'impeto. Lo fa sulla scorta di una serie di elementi raccolti nel corso delle indagini svolte, che dimostrerebbero che Pasquale Mastroianni, 52 anni, non aveva organizzato l'omicidio della moglie, Elvira Ciampi, 49 anni, ammazzata a coltellate nel garage della loro abitazione alla contrada Cesine di San Giorgio del Sannio. Un gesto terribile al quale era seguito poi il tentativo dell'uomo di farla finita: cercando di impiccarsi, ingerendo un diserbante che aveva però vomitato, infine ferendosi al collo ed all'addome. La tragedia risale allo scorso 16 settembre, un martedì. Era stata una figlia, nel rientrare da scuola, a far scattare l'allarme. Una ventina, forse più i colpi inferti alla donna, che aveva deciso di interrompere il loro matrimonio. Una decisione, quella della separazione, che l'indagato aveva affermato di aver saputo dalla coniuge in modo compiuto solo quella mattina. In precedenza, invece, era stato un figlio ad accennargli la scelta di colei che aveva sposato. Interrogato al Rummo dal gip Sergio Pezza, Mastroianni aveva ammesso le sue responsabilità, come aveva fatto dinanzi al pm Felaco. «Non avevo alcuna intenzione di togliere la vita ad Elvira, non volevo che finisse così», aveva spiegato. «Lei si fidava di me, altrimenti non avrebbe permesso che entrassi in casa», aveva aggiunto il 52enne, che da alcuni giorni viveva nella sua Fiat Punto blu. Nessun ricordo, invece, del raptus che l'aveva assalito all'improvviso, spingendolo ad aggredire la moglie. L'attività difensiva dell'avvocato Speranza è stata scandita dall'acquisizione delle testimonianze di una decina di persone, alcune residenti nel Cilento, per le quali Mastroianni avrebbe dovuto eseguire dei lavori in quei giorni. Così come stabilito da accordi stretti in precedenza, in virtù  dei quali aveva anche incassato un anticipo. E che l'uomo si stesse preparando a tornare in provincia di Salerno, lo confermerebbe, a detta del legale, anche l'acquisto, validato da uno scontrino consegnato agli inquirenti, di lenzuola, asciugamani e biancheria intima. Insomma , l'occorrente per una trasferta.

Enzo Spiezia