Napoli

Il gonfalone della città di Napoli e una corona di girasoli del sindaco di Roma sono i primi omaggi al presidente emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano nel cortile d'onore del Senato, di fronte alla camera ardente allestita in sala Nassirya, che resterà aperta al pubblico, fino a questa sera alle sette.

Tra i primi ad arrivare questa mattina è stato il presidente Sergio Mattarella, che ha aperto le porte della sala, alla ore 10, con il presidente del Senato Ignazio La russa. Mattarella si è trattenuto pochi minuti per omaggiare il suo predecessore. All’uscita è stato salutato con un applauso da una piccola folla di cittadini che si è radunata in corso Risorgimento, davanti al portone di Palazzo Madama. Poi il saluto del presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni, che dopo essersi fermata in raccoglimento davanti al feretro, ha conversato con i familiari, intrattenendosi in particolare con il figlio Giulio. 

“Il presidente Giorgio Napolitano è stato un uomo delle istituzioni rigoroso per il bene del Paese". Ha detto il senatore a vita, Mario Monti. Martedì si terranno i funerali di Stato  sul sagrato di Piazza Montecitorio, come venne fatto anche per Pietro Ingrao e Nilde Iotti.   Intanto nella sua Napoli il già sindaco Antonio Bassolino lancia la proposta di intitolare a Napolitano una via o una piazza, e giovedì a palazzo San Giacomo si terrà una commemorazione del presidente emerito, originario di via Monte Di Dio, qui il Presidente era nato e ha vissuto nello stabile numero 49. 

 Qui la sede dell'Istituto studi filosofici, a Palazzo Serra di Cassano, un pilastro della cultura. Tra il '46 e il '53 Napolitano condivise esperienze importanti con il presidente Gerardo Marotta: il circolo del cinema, l'associazione Cultura Nuova, il gruppo di studio Antonio Gramsci. 

La scuola, il liceo Umberto di largo Ferrandina, e il cinema Corona di via dei Mille furono i punti di riferimento per i "ragazzi di Chiaia", un sodalizio formato negli anni '30 nel segno della militanza antifascista e dell'amore per l'arte: nel "supergruppo" c'erano anche Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Antonio Ghirelli., Giuseppe Patroni Griffi, Francesco Compagna, Maurizio Barendson, Achille Millo. 

E ancora l'Università. La Federico II, dove si era laureato, o la Parthenope, dove teneva spesso conferenze.