Napoli

Giancarlo Siani "aveva capito come agiva la camorra, ne aveva denunciato i soprusi e raccontato i crimini. Non si è mai voltato dall'altra parte. E per questo ha pagato il prezzo più alto. Siani faceva il cronista, precario, nella provincia di Napoli, ne ha descritto il volto più cupo, ma era convinto che il destino di quei territori non fosse segnato. Così come non è segnato il destino di Caivano, uno dei tanti territori italiani dove lo Stato ha smesso semplicemente di fare il suo lavoro e di adempiere ai suoi doveri". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su Il Messaggero, in occasione del 38mo anniversario dell'omicidio di camorra del cronista napoletano. "Era la prima volta che la camorra colpiva un giornalista, ritenuto 'colpevole' di aver indagato nel sottobosco criminale alla ricerca di collusioni tra criminalità organizzata e le amministrazioni locali", sottolinea la premier

Piantedosi, Siani: morto per difendere libertà di informazione 
 

"Giancarlo Siani ha rappresentato un esempio altissimo di professionalita' e di impegno civile. Testimone attento e osservatore acuto, e' stato barbaramente ucciso a soli 26 anni per aver rivelato, attraverso il suo giornalismo d'inchiesta, le dinamiche e gli interessi della criminalita' organizzata a Napoli e le sue strategie di affiliazione con i sodalizi radicati in altre regioni". Lo afferma il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, a 38 anni dall'assassinio del cronista napoletano, ricordando in tale ambito l'importante azione svolta dal "Centro di coordinamento dell'attivita' di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti" istituito al Viminale, che opera per individuare sempre piu' efficaci strategie tese a prevenire e contrastare ogni forma di minaccia e violenza nei confronti degli operatori del mondo dell'informazione. "Siani - ha aggiunto - ha saputo raccontare, con rigore e coraggio, senza mai indietreggiare, le complesse trame con cui la malavita tentava di condizionare il tessuto sociale ed economico del territorio, pagando con la vita la sua battaglia per la liberta' di informazione, liberta' che difese sempre strenuamente come principio fondante del nostro ordinamento democratico".(