Avellino

di Paola Iandolo 

Ad avviso degli inquirenti, a soli 16 anni, faceva parte di una strutturata associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e alla cessione di sostanze stupefacenti. Un’imponente piazza di spaccio operativa in Avellino e zone limitrofe, che riusciva a smerciare- grazie ai numerosi componenti (oltre quindici, tra cui anche 2 minorenni)- ingenti quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana e hashish.  All’esito del processo celebrato con rito abbreviato, davanti al gup, Anita Polito, del Tribunale dei minorenni di Napoli il giovane, difeso dall’avvocato Angelo Polcaro, è stato prosciolto da ogni addebito perché incapace di intendere e di volere all’epoca dei fatti, nonchè di stare in giudizio. Come stabilito da una perizia redatta dalla dott.ssa Donatella Palma, nel 16enne si riscontrava “ un mancato raggiungimento di un idoneo livello di maturità, tale da incidere sulla capacità di intendere e di volere …difficoltà presenti anche al momento dei fatti di cui all’imputazione”. Il minore non aveva capacità di discernimento, in guisa da comprendere l’antigiuridicità delle condotte delittuose poste in essere.

Il proscioglimento 

Una sentenza di non doversi procedere, quella pronunciata dal gup del tribunale dei minorenni, che, dunque, ha accolto in toto la richiesta della difesa che, nel corso dell’udienza preliminare, aveva sollecitato l’espletamento di una perizia psichiatrica sul giovane. Tanto al fine di considerare se il ragazzino, all’epoca dei fatti fosse pienamente capace di comprendere il disvalore sociale e giuridico- sia sul versante giudiziario, sia dal punto morale - delle sue condotte, tenuto conto che lo stesso era assuntore di sostanze stupefacenti che gli avevano provocato conclamati ed evidenti disturbi della personalità, da non consentirgli di comprendere appieno che con il suo comportamento stesse violando la legge.  Del resto l’accusa era gravissima, in quanto al 16enne avellinese, venivano contestate plurime cessioni di droga, a favore di soggetti coetanei, nonché di aver fatto parte di un’associazione, allo scopo di commettere una pluralità indeterminata di delitti violando la legge speciale in materia di sostanze stupefacenti.

La genesi dell'inchiesta

Ad avviso degli inquirenti, il minore, si sarebbe prodigato in concorso con un altro minorenne e con diversi maggiorenni per assicurare il trasporto l’importazione la distribuzione ed il commercio della sostanza stupefacente. In più occasioni il 16enne era stato trovato dagli agenti della polizia in zone centrali di Avellino, in possesso di sostanza stupefacente e dalle numerose intercettazioni telefoniche era poi emerso che lo stesso aveva costruito una fitta rete di relazioni con i giovanissimi del capoluogo a cui cedeva droga, avendo cura poi di consegnare parte del provento ai promotori del sodalizio criminale.  Inoltre, il minore, ad avviso dell’accusa, era in grado anche di relazionarsi con pregiudicati di Avellino, ai quali in qualche occasione aveva ceduto sostanza stupefacente. Dunque un capo di imputazione, particolarmente grave, che peraltro restituiva l’immagine di un vero e proprio baby spacciatore senza scrupoli, connotato da una spiccata capacità delinquenziale, ad onta della sua giovane età. Ma con l’epilogo del processo per il giovane, in adesione alle richieste dell’avvocato Angelo Polcaro, è arrivata la sentenza di proscioglimento da ogni addebito, stante l’incapacità acclarata di comprendere appieno il disvalore delle sue azioni non avendo raggiunto un grado di maturità e discernimento adeguato alla norma.