E’ stato il giorno del dolore e del silenzio. Calitri si è stretta intorno alla famiglia Perna per rendere l’ultimo saluto a Giuditta, la 27enne scomparsa e poi ritrovata cadavere dopo otto giorni di estenuanti ricerche sul greto del fiume Ofanto, tra Aquilonia e Monteverde. Numerose le persone che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza ai familiari della studentessa di Calitri, morta per asfissia da annegamento. Giuditta si è lanciata dal fiume Ofanto, da un’altezza di 15 metri, a poca distanza da dove fu ritrovata la sua auto aperta e con le chiavi ancora nel quadro. Un gesto volontario e disperato su cui tutti si interrogano. Il parroco don Pasquale Riccio, insieme al vescovo della Diocesi, Monsignor Pasquale Cascio, hanno svolto una commovente cerimonia funebre nella cattedrale di Calitri dove, la sera prima del ritrovamento del cadavere la comunità aveva messo in atto una fiaccolata per Giuditta, nella speranza di ritorvarla ancora viva. Una cerimonia riservata, alla quale non hanno avuto accesso i Media, così come espressamente chiesto dai familiari. Il suicidio della 27enne resta un vero mistero in tutta questa storia. La ragazza, seppur di indole risevata e schiva, non aveva mai dato segnali di malessere. Una ragazza ben voluta e mata da tutti che estudiava economia all’università di Perugia e che probabilmente aveva scelto di allontanarsi dalla sua terra per costruire altrove il suo futuro. Ma qualcosa la riportava sempre a Calitri, ed è qui che sarebbe maturato negli ultimi tempi il pensiero suicida che l’ha condotta quel mercoledì pomeriggio sul ponte del fiume Ofanto per farla finita.
Calitri si stringe nel dolore. «Giuditta per sempre nel cuore»
Ieri i funerali di Giuditta Perna
Redazione Ottopagine