Evento straordinario. Torna il corteo storico nella Valle del Cervaro, a Savignano Irpino, uno dei borghi più belli d'Italia. C'è grande attesa per la manifestazione in programma il prossimo venerdì 22 settembre.
"Guevara tra la gente. Documenti storici ed inediti". L'appuntamento è alle ore 18.00 Evento a cura dell'Aps centro culturale internazionale "L.Einaudi" di San Severo in provincia di Foggia. Coordinatrice nazionale dell'itinerario culturale europeo "Le vie di Carlo V" Rosa Nicoletta Tomasone.
Il programma:
Esibizione di sbandieratori e musici per le vie del borgo, presentazione teatralizzata di Guevara e la sua Savignano a cura di Francesco Totaro vice presidente e ricercatore storico L.Einaudi.
E sarà un grande giorno di festa per uno dei gioielli più belli in Irpinia, sua maestà il castello Guevara.
In passato dominava maestoso la Valle del Cervaro. Ora, di quello che fu l’impianto originario, restano alcune parti restaurate solo di recente, parti delle quali è possibile ammirare le alte e spesse mura con le particolari finestre arcuate in pietra.
Il Castello, denominato “Castrum Sabinarium” dando quindi nome al paese, nacque tra il VII e l’VIII secolo probabilmente come fortezza difensiva, per essere poi trasformato, agli inizi del 1700, in palazzo signorile dai nobili Guevara.
La struttura del castello che si ammira oggi solo in parte riflette l’originario impianto, tra cui le alte e spesse mura in pietra.
Sorto originariamente come struttura difensiva, sotto i Guevara, di cui l’immagine mostra lo stemma, subì un mutamento nella destinazione d’uso, dato che fu trasformato in residenza (1527), anzi, in edificio a destinazione mista, essendo usato come centro di amministrazione e deposito di granaglie e derrate varie (ciò continuerà anche in epoca successiva, come si rileva dalle denunzie catastali del 1753 e del 1808).
Il terremoto del 1732 danneggiò la struttura, che non subì ulteriori modifiche fino al 1880, essendo ancora abitato fino alla fine di tale secolo.
Successivamente, l’asportazione di materiale vario e la demolizione di parti ritenute pericolanti, oltre che rimaneggiare fortemente la struttura, ne misero seriamente in pericolo la staticità, ulteriormente compromessa dal grave sisma del 1980. L’amministrazione comunale decise, perciò, di acquistare la struttura dalla famiglia Daniela Casale e di procedere al suo restauro, sulla base di un progetto che prevedeva, da un lato, il recupero delle parti rimaste del castello, dall’altro la creazione di un teatro all’aperto. I lavori iniziati nell’estate del 1990 portarono alla luce uno strato omogeneo di cenere, testimonianza dell’ultima eruzione del Vesuvio, e poi, portali, scalinate, una stalla, un salone, dei forni, un pozzo che sfocia in una grossa cisterna, un sistema di impianto idraulico, cocci di piatti e qualche utensile in ferro. La rilevanza dei ritrovamenti indusse la sovrintendenza a modificare, integrandolo, l’originario progetto di restauro, eliminando, tra l’altro, la parte relativa alla creazione del teatro all’aperto.