Nel post-gara di Juve Stabia - Avellino, Francesco Maglione, consulente del club gialloblé ed ex dirigente biancoverde, si è espresso così dopo la vittoria ottenuta dalle vespe sui lupi: "Colgo l'occasione della prima partita casalinga per presentarmi perché non mi piace apparire. Ho lavorato dietro le quinte, nell'ombra, non ho bisogno di apparire. Però ci tenevo in modo particolare a fare questa dichiarazione. - ha affermato Maglione - Io 31 anni fa ho aperto un percorso iniziato qua da Castellammare con la Juve Stabia, la mia prima società, con un grande presidente, Roberto Fiore. Sono ritornato dopo 31 anni, dopo un lungo percorso nel calcio, a chiudere. Ormai mi ero dedicato alla politica federale, erano 10 anni che non mi dedicavo più al calcio giocato. E sono tornato con un grande presidente, Andrea Langella. Ci tengo a dirlo, ho iniziato con Roberto Fiore e finirò qua con Andrea Langella. Ci tenevo e non c'è polemica. Quando ad Avellino, o per altre squadre molto blasonate, si pensava a fine luglio o a inizio agosto alle ciliegine sulla torta noi non avevamo neanche gli ingredienti per la torta. Ci ha pensato Andrea Langella, che in un mese, un mese e mezzo, ha permesso che facessimo questa tortina con o senza ciliegina. Nessuna polemica".
"Proposi alla dirigenza un progetto tecnico"
Maglione ha poi svelato un retroscena legato a un incontro nel 2020 con la proprietà biancoverde: "Un progetto simile ed è forse un aneddoto. Quando c'era anche Filippo Polcino, ha ricordato Avellino, in quei mesi... io ho un grande rapporto di amicizia con Angelo D'Agostino. Forse è meglio che sia andata così perchè ritengo che le amicizie possano nascere nel calcio lavorando. Se si è, invece, già amici prima del calcio si rischia di rovinare le amicizie. Filippo sa a cosa mi riferisco. Prospettai un progettino simile nel giugno prima del playoff. Ricordo anche l'incontro del 2020 in uscita dalla prima fase covid. D'Agostino mi sembrava convinto per un allenatore emergente, innovativo, giovane e a un progetto di lavorare nel tempo con giovani da patrimonializzare con un budget che fosse contenuto come quello della Juve Stabia, anche se risottolineo lo sforzo prodotto nell'ultimo mese da Andrea Langella. E poi costruire. Non è detto che programmando e avendo la pazienza di seguire un progetto tecnico con un direttore sportivo giovane, con giovani di proprietà e con un allenatore che fosse innovativo e avesse delle idee... e su questo Pagliuca credo su questo sia un dato innegabile... non si potesse arrivare alla Serie B in due, tre anni. Questo era il mio progetto. D'Agostino era convinto, tanto è vero che anche Filippo Polcino faceva parte di questo progetto. Qualcuno gli avrà fatto cambiare idea, non dovete chiedere a me chi gli ha fatto cambiare idea. Ho voluto raccontare questo aneddoto".