Dopo i funerali di Giovambattista Cutolo a Napoli, ucciso a soli 23 anni per futili motivi da un 17enne, Geolier torna a parlare ai giovani. Lo fa dal palco di Quindici, comune del Vallo Lauro in provincia di Avellino, dove si è esibito per il suo pubblico i un affollatissimo concerto. Il noto rapper di Scampia ha preso parte ai funerali, che si sono tenuti lo scorso mercoledì, nella chiesa del Gesù Nuovo nel centro antico di Napoli. Daniela Di Maggio, la madre di Giovambattista infatti, aveva chiesto un segnale forte alla cittadinanza, alle istituzioni e ai personaggi di spicco. Emanuele Palumbo, meglio conosciuto come Geolier ha voluto lanciare un messaggio molto chiaro con la sua presenza. Il rapper oltre a tributare l’ultimo saluto al musicista ucciso per un parcheggio, ha voluto abbracciare Daniela, la madre di Giovambattista. Così la sera stessa Geolier nel corso del suo concerto, che si è svolto nel campo sportivo del comune di Quindici nel Vallo Lauro in provincia di Avellino, ha parlato ancora una volta ai ragazzi, al suo pubblico, provando a scuotere le coscienze sulla tragedia avvenuta a Napoli.
“A Napoli sono andato ad un funerale di un ragazzo di 23 anni, che è stato ucciso per un parcheggio da un ragazzo di 17 anni – ha detto dal palco il rapper -. Il nostro futuro dipende da noi. Non dobbiamo dimenticare mai questa tragedia e dobbiamo essere migliori, per prenderci il nostro futuro. Dobbiamo saper costruire il nostro futuro. Quello che ci aspetta dipende da noi, ragazzi, dipende da ognuno di noi. Tragedie come quelle di Giogiò non avvengono per colpa di film serie tv o film. Io da piccolino vedevo film che portavano a cinema o sullo schermo gangster, come “Bronx”. Mio padre mi ha sempre insegnato il giusto e stimolato a seguire esempi positivi, a capire dove risiedeva il bene e dove il male. Ragazzi, non smettete mai di sognare, credete nei vostri sogni, perché le cose belle succedono”. Queste le parole del rapper a Quindici. In una intervista a margine rilasciata mercoledì mattina ai funerali Geolier aveva già detto: «Ragazzi sognate, non dovete pensare che è finito tutto, non sono finiti i sogni. Oggi abbiamo perso tutti quanti, abbiamo perso come città ha perso la mia generazione, io ho 24 anni, giò giò ne aveva 24. Dobbiamo iniziare a pretendere, a modificare questo stato di cose questa epoca e la mentalità» .