Avellino

La soglia glicemica che definisce il diabete è basata sul rischio di sviluppare ulteriormente una retinopatia diabetica (RD). Le complicazioni di micro-angiopatia diabetica devono esse ricercate il più precocemente possibile, al fine di curarle ed evitare un aggravamento con gravi danni quali la retinopatia, la nefropatia, e la neuropatia. Gli autori hanno voluto sapere se era possibile ottimizzare la messa in evidenza dei primi stadi della retinopatia diabetica (RD), con l’ipotesi che alcuni segnali evocatori possano essere presenti fin dallo stadio di prediabete. Allo scopo gli autori hanno tratto un importante beneficio dalle nuove tecniche, ma ugualmente dal miglioramento delle conoscenze riguardo la fisiopatologia di questa categoria di complicazioni, che suggeriscono che la retinopatia diabetica ha un substrato neuro-vascolare. Sono stati studiati 75 partecipanti, 20 con glicemia normale, 29 con un prediabete, 26 con un diabete conclamato in trattamento.

Sono stati utilizzati i seguenti strumenti diagnostici: OCT (tomografia ottica), ERG (elettro-retino-gramma), CCM (microscopia focale cornea che esplora la cornea e la congiuntiva in modo non invasivo), e ESC (conduzione nervosa cutanea). In paragone al gruppo con la glicemia normale, l’ampiezza dei segnali nervosi misurati con ERG, dopo debole o forte illuminazione retinica, era inferiore nella popolazione prediabetica. Inoltre, la densità dei vasi nella zona vicina alla fovea era ugualmente più debole nel gruppo prediabetico. I risultati dell’esplorazione della cornea con microscopia focale e la valutazione della conduzione cutanea erano comunque simili nei vari gruppi. Nessun partecipante presentava la retinopatia diabetica (RD) conclamata. In conclusione fin dallo stadio di prediabete è possibile dimostrare un’alterazione neuro-vascolare della retina, strutturale e funzionale. Questi importanti risultati che dimostrano la precocità delle complicazioni a livello dei piccoli vasi della retina, già nello stadio che precede il diabete conclamato, suggeriscono un intervento terapeutico precoce.

L'autore è Medico - Endocrinologo