Apice

Il comune di Apice ha dato ieri via libera alla redazione dello studio integrativo per la “Riattivazione economico-funzionale del Centro Storico”, «richiesto con l’urgenza necessaria», al fine di procedere all’inserimento eventuale del borgo negli strumenti di programmazione nazionale e regionale 2014 – 2020, nell’ambito di “Europa 2020”: strategia decennale per la crescita e l’occupazione varata dall’Unione Europea nel 2010 per un modello di sviluppo più intelligente, sostenibile e solidale.  L’Ente ha dato inoltre mandato all’Ufficio tecnico comunale per la redazione del progetto, assegnando un budget di 1000 Euro.

Insomma l’amministrazione Albanese, dopo lo sblocco dei lavori al Castello, se tutto va bene verrà consegnato a novembre, prepara il campo per poter accedere a nuovi finanziamenti da utilizzare per il recupero strutturale e lo sviluppo economico del borgo antico.

«Si tratta di uno studio preventivo per un futuro sviluppo agricolo-commerciale  – commenta l’assessore al Turismo Filippo Iebba - nell’area del centro storico di Apice che va dalla zona extramurale, le vecchie abitazioni dei Panarese, fino alla Chiesa Madre.  L’idea è quella di un quartiere dedicato alla vendita di prodotti tipici locali. Un investimento in cui si intende coinvolgere sia il pubblico che il privato. A breve,  ci saranno degli incontri con le aziende agricole e gli operatori di settore».

E la scommessa del centro storico di Apice è anche la scommessa di un’intera comunità: «questo borgo storico, oggi frammento residuale di una civiltà ormai scomparsa – si legge nella delibera - rappresenta comunque la nostra memoria e come tale deve guidare la rifondazione del territorio per un’inversione di tendenza del degrado generalizzato; la sparizione del borgo comporterebbe non solo la perdita di storia ma anche delle potenziali ricchezze turistiche, culturali, economiche e abitative». 

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