Avellino

Il Presidente della Confesercenti ha detto che in Irpinia si sta verificando un’allarmante chiusura di attività, gli studenti, rispetto all’anno scolastico 2021-22, sono diminuiti di 2.300 unità;  il mercato immobiliare provinciale è diminuito del 12,7%, mentre quello di Avellino  è diminuito del 19,4%;  le case occupate saranno liberate in autunno.

Una brutta fotografia, senza richiamare le cause di tali dati e senza lasciare intravedere iniziative valide per superarli. Vorrei ricordare che, quando feci nascere la Confesercenti, ero spinto anche dalla convinzione che  erano in arrivo gli Ipermercati, che avrebbero messo in difficoltà i  nostri esercenti. Perciò, cercai di farli associare al fine di creare Ipermercati indigeni. Per far migliorare il loro rapporto con le Banche, creammo l’Unione dei risparmiatori. 

Purtroppo, i nuovi dirigenti della Confesercenti abbandonarono quella impostazione e, come la Confocommercio e le altre associazioni, si sono impegnati solo per le normali pratiche e per avere un rappresentante nella Giunta della Camera di Commercio. Purtroppo, anche la Lega delle Cooperative è stata alleata degli invasori.

Di fronte a queste negatività, pensavo che qualche Partito  facesse sentire la sua voce e conoscere le sue proposte per superarle e che qualche aspirante Sindaco coinvolgesse energie valide per predisporre  proposte interessanti. Se contiamo  i gruppi  in seno al consiglio Comunale di Avellino e i movimenti nati negli ultimi tempi, in previsione del prossimo rinnovo del Consiglio, arriviamo a una trentina di soggetti .

Tranne qualche ingenuo e volenteroso, ma senza esperienza  e senza conoscenza delle dinamiche economiche e dei condizionamenti territoriali, ascoltiamo solo  critiche dell’uno contro l’altro.  Non si rendono conto che fanno ricordare il detto napoletano: “Cient’ galli a cantà, nun fa mai juorn’ ”. Ciò fa crescere il mio pessimismo e fa intravedere il peggioramento dei dati richiamati all’inizio, dietro i quali bisogna vedere i drammi sociali e quelli civili.

I politici seri dovrebbero porsi  due  domande: dove va il mondo? Cosa bisogna fare? La cronaca politica ci sottopone un quadro internazionale preoccupante e la crescita delle aspirazioni di nuovi gruppi di Paesi, che considerano i Paesi europei,  mercato per i loro prodotti . Perciò, i nostri politici dovrebbe puntare a rendere il sintema provinciale competitivo, meno bisognoso di importare beni e non costretto ad esportare malati e laureati.

Diverse volte ho richiamato l’importanza di valorizzare le nostre risorse, non trovando interlocutori.  Le forze politiche dovrebbero  far capire agli amministratori locali, che, tra l’altro, devono puntare a coltivare le immense terre incolte, cercando anche colture più redditizie. In tale logica, da presidente della C.M. Partenio, fece predisporre, dal Prof. Femina, progetti per tartufaie, la cui redditività è 100 volte quella delle colture a frumento. Nessuno, finora, ha ripreso l’idea. Inoltre, la politica deve pretendere che la gestione della Sanità irpina sia affidata a persone capaci nello scegliere personale adeguato. Abbiamo letto, che, nei giorni scorsi, persone, chiamate a dirigere l’amministrazione del Moscati, si sono dimesse.  Un fatto preoccupante, ma nessuna forza politica ha  cercato di conoscere ciò che l’ha determinato. Infine, i dati relativi alla qualità della Scuola Irpina  sono deludenti. Non forma e non orienta e lo si capisce anche al disorientamento dei giovani nello scegliere il percorso universitario. Purtroppo, si continua a guardare le stelle, aspettando la Befana. Irpini  sveglia e siate degni della democrazia.