(f.s.) Verrebbe da dire: meno male che questo mercato estivo sta per finire. E per scimmiottare una frase in voga un po' da ogni parte si potrebbe sottolineare che “non ci sono più i mercati di una volta”. Ora le operazioni sono nelle mani dei procuratori, fanno tutto loro. Imbastiscono trattative, convincono i propri assistiti e spesso le chiudono. Senza che le società di appartenenza ne sappiano alcunché.
Il Benevento è stato ed è ancora al centro di questi giochini: gli agenti cavalcano spesso le insoddisfazioni dei propri assistiti e li offrono ad altre società. Nelle ultime ore è accaduto per Karic, per Improta, per Moncini, per Masciangelo. Tutti immusoniti e con tanta voglia di andar via dalla Dormiente. Tutti (i loro procuratori soprattutto) incuranti del vecchio diritto di proprietà. Se la società giallorossa è titolare del cartellino del giocatore, non c'è insoddisfazione che tenga, l'ultima parola le spetterà sempre di diritto.
E allora quelle chiacchiere che si alzano poderose, fanno tutte la fine di vocine fastidiose. Quella di Karic era una mezza idea di un mese fa, ieri all'improvviso è diventata una trattativa conclusa. Ma Carli è stato chiaro, questi giocatori non sono cedibili, soprattutto a pochi giorni dalla chiusura del mercato. Discorso che vale anche per Improta. Il ritorno di fiamma del Cosenza è solo sulla carta, ma al Benevento non è arrivata alcuna richiesta.
Rimane il nodo dell'attaccante. Moncini, si sa, vorrebbe andar via. Ma se il Benevento non trova un sostituto adeguato la volontà del giocatore è destinata a rimanere tale.
Carli domani va a Milano per la tre giorni finale. Si preannuncia una mezza bolgia, beato chi saprà farsi largo (tradotto: chi saprà chiudere buoni affari). Il Benevento ci va non certo per assistere, le idee ci sono, si proverà a concretizzarle.