Napoli

Il primo Mondiale non si scorda mai. Sarà forse una frase banale, ma calza a pennello all’esperienza di Alessandro Sibilio. Il suo primo torneo iridato doveva essere quello del 2022 a Eugene negli Stati Uniti d’America. Un brutto infortunio gli ha tolto la possibilità di partecipare. Un anno dopo ancora uno stop fisico ha messo in discussione la sua partecipazione. Questa volta, però, a Budapest, il campano ha voluto esserci a tutti i costi. Ha lavorato per recuperare da un problema sicuramente meno grave di quello dell’anno precedente, ma comunque fastidioso in una preparazione interrotta e poi ripresa con tante incertezze. Ha avuto coraggio e in Ungheria ha sfiorato la finale dei 400 ostacoli per soli 4 centesimi. Senza l’infortunio sarebbe stato sicuramente protagonista dell’ultimo atto, ma lui non ha cercato scuse e si è assunto tutte le responsabilità: “Ho perso la qualificazione in curva”.

Una spiegazione tecnica invece di un alibi. Un segnale importante. Sibilio ha una mentalità da campione. Non cerca piccole soddisfazioni: vuole fare grandi cose. Le qualità ci sono come dimostrato anche nella batteria della 4x400. Per lui, abituato a correre tra le corsie, ultima frazione a fare a spallate con Kenya e Olanda, puntualmente superate nel rettilineo finale. Grazie al suo contributo azzurri certi di un posto in finale dove Sibilio è stato purtroppo assente. Un problema fisico lo ha costretto ad alzare bandiera bianca. Al rientro da Budapest il campione napoletano ha regalato poche parole attraverso il suo account instagram: “Grazie Budapest! Finisce una stagione lunghissima che mi ha messo alla prova diverse volte, l’importante era esserci”.

Esserci era fondamentale. A undici mesi dai Giochi Olimpici di Parigi bisognava fare una nuova esperienza per alzare l’asticella. Ora un lungo inverno per preparare l’assalto a qualcosa di grande.