“Il nuovo gravissimo caso di stupro di due ragazzine di 13 anni violentate da un gruppo di adolescenti e da un 19enne a Caivano, a breve distanza da quello di Palermo, con la necessità di intensificare ogni azione contro la violenza sulle donne e le giovanissime, rimette al centro l’urgenza di rivedere l’ordinamento carcerario soprattutto per i minori autori delle violenze”.
Così Aldo Di Giacomo, segretario generale sindacato polizia penitenziaria che aggiunge: “la vicenda di Caivano, venuta alla luce solo ieri anche se risale al mese di luglio, è l’ennesima storia di gravi abusi sessuali contro ragazzine e di una cultura di violenza, che si diffonde tra i giovanissimi alimentata da modelli maschilisti negativi, che va combattuta con ogni mezzo.
Per chi come noi si occupa dell’attività del personale penitenziario - continua Di Giacomo - il primo pensiero va ai programmi di rieducazione di minori e non che arrivano in carcere con le pesanti accuse.
Non basta certo sorvegliarli anche per prevenire possibili “azioni punitive” di altri detenuti. Come non basta moltiplicare le sezioni specifiche per detenuti con reati a sfondo sessuale. Purtroppo non esistono programmi adatti di rieducazione e soprattutto non ci sono le figure professionali - su tutte psicologi - per affrontare la detenzione dei giovanissimi violentatori.
Dall’altra parte le tesi buoniste che continuano a circolare e che vorrebbero i violentatori fuori dal carcere cominciano a trovare le prime crepe proprio a seguito dei fatti di Caivano e Palermo.
Piuttosto non va abbassata la guardia sull’uso dei social perché, specie dopo l’attività social del ragazzo autore delle violenze a Palermo - dice Di Giacomo - hanno un forte valore emulativo e di rafforzamento proprio di quella cultura da sconfiggere”.