Avellino

Inferno pronto soccorso nell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, tra attese infinite e posti letto che mancano nei reparti. Dopo l’allerta lanciata da Fials e Nursind, scende in campo anche l’Anaao Assomed, con il dottore Carmine Sanseverino, che racconta dell'odissea di un paziente rimasto in pronto soccorso tre giorni, in attesa di essere trasferito nel reparto assegnato.

Un'esperienza allucinante

“Lunedì scorso ho eseguito in reparto l’anamnesi di un paziente appena ricoverato, che mi ha raccontato la sua attesa di tre giorni in un letto del pronto soccorso. Tre giorni trascorsi in attesa di essere trasferito in reparto. Tre giorni "allucinanti", come lui stesso li ha definiti tra attese, disagi e imbarazzo anche nell’espletare normali funzioni biologiche, pasti serviti in una stanza tra tanti altri malati, senza alcuna privacy. Stiamo parlando di un reparto destinato alle sole urgenze, ma che nei fatti diventa un vero e proprio stallo in attesa dei trasferimenti".

Poco personale e scarsi i posti letto

Il dottore Sanseverino riflette sulla cronica carenza di personale nel comparto sanitario. “Quanto accade nel pronto soccorso di Avellino, come in ogni ospedale di Italia soprattutto nei giorni di agosto, è la conseguenza e non la causa di anni e anni di risparmio e tagli sulla sanità. Il personale è ridotto al lumicino tra blocco del turn over e pochi concorsi per affidare nuovi incarichi. Ma c’è da riflettere anche sulle condizioni di lavoro in reparti come il pronto soccorso, in cui sono sempre meno i medici pronti a prestare servizio. Quotidianamente si legge e si vedono servizi nei tg dedicati ad assalti e aggressioni a medici e infermieri, soprattutto nei reparti dedicati alle urgenze. 

Vanno potenziati i posti letto

La situazione del Moscati potrebbe essere risolta con solidi investimenti in risorse umane e ampliamento di posti letto tra i reparti. Penso ai numeri attuali: contiamo circa 500 malati, mentre il complesso è pensato per circa 1000 posti letto. Servirebbe un aumento di 150 -200 posti letto rispetto agli attuali, ma ovviamente garantendo forze lavoro per l’assistenza”.

Ieri 75 accessi al pronto soccorso 

Nelle scorse al Moscati si è vissuta l’ennesima giornata di passione con 75 accessi nella sola mattinata di ieri. Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, è tornato sulla vicenda legata al pronto soccorso della città ospedaliera del Moscati di Avellino. E’ da tempo, ormai, che il punto di primo intervento soffre a causa dell’elevato numero di pazienti che, purtroppo, non riesce ad assistere in tempi brevi causando lunghissime attese. Spesso i sanitari sono costretti a dirottare i pazienti verso altri ospedali, come il Frangipane di Ariano Irpino.

Festa: avevo ragione, il pronto soccorso andava ampliato

Il primo cittadino ha affermato che, ad oggi, si stia pagando una pianificazione insufficiente: “Se potessi intervenire, lo farei personalmente, ma la responsabilità è nelle mani dell’Ospedale Moscati. Purtroppo, oggi stiamo pagando le conseguenze di questa mancanza di pianificazione accurata“.

“La mia posizione sul pronto soccorso del Moscati è ben nota fin dai tempi in cui mi opponevo alla chiusura di Solofra. Ricordo perfettamente che il PD mi accusò e chiese le mie dimissioni, sostenendo che stessi attaccando il pronto soccorso di Avellino. In realtà, la mia intenzione era di proteggerlo, e ora vediamo che le mie preoccupazioni erano fondate. Dunque, ancora una volta, mi ritengo in diritto, mentre il PD, purtroppo, ha dimostrato di sbagliare“.