Dopo il giro di boa di Ferragosto si pensa già ai libri anche se le vacanze non sono finite. Definiti  i calendari scolastici, gli studenti della Campania ora sanno che torneranno tra i banchi il 13 settembre. 

 Il 13 settembre si torna a scuola anche in Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Se l'anno scolastico formalmente parte dal 1 settembre, la campanella suonerà per la prima volta in Piemonte, Trentino e Valle d'Aosta l'11 settembre 2023, dando il via ufficiale alle lezioni. Per i giovani della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna il rientro è fissato al 14 settembre. Concludono l'inizio dell'anno scolastico l'Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio, il 15 settembre.

I singoli istituti, nella loro autonomia, possono decidere di adattare "il calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali su proposta del collegio dei docenti" fermo restante il limite di 200 giorni di lezioni al fine di assicurare la validità dell'anno scolastico.

Le vacanze di Natale  saranno in tutte le regioni dal 23 dicembre al 6 gennaio 2024 compresi; quelle di Pasqua dal 28 marzo al 2 aprile 2024. 

Dimensionamento scolastico: quadro drammatico 

il quadro di dimensionamento da attuare a partire dal 2024/25 è drammatico: -18 scuole per la provincia di Avellino (dalle attuali 69 autonomie scolastiche a 51), -16 a Benevento (dalle attuali 52 a 36), -9 a Caserta (da 146 a 137), – 36 a Napoli (da 497 a 461) e addirittura -41 a Salerno (da 195 a 154), la provincia in potenza più colpita da questa operazione.

In base allo schema di decreto interministeriale sulla definizione del contingente dei Dirigenti Scolastici e Direttori SGA per il triennio 24/25, 25/26 e 26/27 csono stati introdotti nuovi parametri per il dimensionamento scolastico.

Disastrose le prospettive per la regione Campania con la perdita di circa 120 autonomie scolastiche in regione per passare dalle attuali 959 scuole alle future 839 con la perdita di oltre il 10% di autonomie con le ovvie conseguenze occupazionali non solo per Ds e DSGA ma anche per il personale docente e ATA.

Intenzione della regione è anche impugnare il decreto davanti al tribunale amministrativo.