Sarno

«Io sono un uomo, un marito, un padre, un nonno, un medico ed un sindaco. Non sono un criminale». A ribadirlo con convinzione è Giuseppe Canfora, ex presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Sarno. L'esponente del Partito Democratico è stato condannato in Cassazione per la vicenda relativa alle nomine del Consorzio di Gestione Servizi, partecipata dell'Asi Salerno. Insieme a Canfora è stato condannato per tentata concussione anche il manager Bruno Di Nesta. Nelle scorse ore sono state pubblicate le motivazioni della sentenza.

Con un post pubblicato sui social il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora ha reso pubblica la sua posizione. «Leggendo le motivazioni, risulta ancora più evidente che la condanna si basa su dichiarazioni della cosiddetta parte offesa, che erano state ritenute non affidabili dal Procuratore generale della Corte di Cassazione. I giudici giudicanti, però, hanno avuto altro parere», le parole di Canfora. «Sono e mi riterrò sempre innocente. Non ho compiuto alcun crimine, la pena comminata è stata sospesa, alla luce della mia condotta incensurata in tutti questi anni. Mi atterrò scrupolosamente a quanto dicono le leggi, a testa alta; sono lo stesso uomo che ha salvato cinque persone in mare, il medico che ha salvato centinaia di pazienti, il Sindaco che si è preso cura di questa città per 10 anni. Il motivo è che non sapendo come battermi nelle urne, cercano di eliminarmi in altri modi. Io sono un uomo, un marito, un padre, un nonno, un medico ed un sindaco, non sono un criminale».

Sul caso è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega, Aurelio Tommasetti che ha definito «inaccettabili le ingerenze della politica».