San Giorgio La Molara

“Fare rete e lavorare insieme per promuovere l'eccellenza del Sannio”. E' l'imput che arriva da San Giorgio La Molara che in questi giorni ha celebrato la Marchigiana con un festival e la 16esima mostra interregionale della razza bovina Marchigiana iscritti LGN.

Un appuntamento che cresce di anno in anno e che insieme a degustazioni, eventi culturali e ricreativi, inerenti la conoscenza e la promozione della produzione e del consumo di carne di qualità, quest'anno ha proposto anche i tour “Stalle di Marchigiana Aperte” per la visita alle aziende zootecniche. E poi la mostra interregionale della razza bovina Marchigiana, occasione unica per veder sfilare questi splendidi esemplari in una gara suggestiva.
Ancora un momento di confronto tra esperti: il convegno dal tema "La Marchigiana: Benessere animale, Sostenibilità e Turismo verde".

“Necessario creare una sinergia per il settore, non solo a San Giorgio ma in modo più diffuso per il territorio” ha esordito Nicola De Vizio sindaco di San Giorgio La Molara ricordando che si è lavoro per “le infrastrutture, per cui si continua a migliorare” e lanciando un appello deciso per combattere il fenomeno dello spopolamento “in particolare la nostra piaga – ha chiarito – è la denatalità. Occorre offrire opportunità ai giovani per garantire qui la formazione di nuove famiglie”.

“Quest'anno la manifestazione si è trasformata in un festival delle eccellenze – ha spiegato Zaccaria Spina presidente Comunità Montana del Fortore -. Si tratta ormai di un fiore all'occhiello dell'intero comprensorio fortorino. Nella strategia delle aree interne ci sarà sicuramente un ruolo primario per agricoltura e zootecnia e speriamo in un' accelerata per la procedura”.

Poi la battaglia contro la carne sintetica e per il supporto alle imprese zootecniche.

“Da qui dobbiamo dettare l'agenda dei prossimi anni per la zootecnia – spiega Davide Minicozzi presidente Associazione Allevatori Campania Molise – vogliamo che le prossime iniziative abbiano ricadute importanti per il territorio che vanta quasi il 50% dell'allevamento nazionale di marchigiana e dunque va tutelato e protetto dagli attacchi che oggi la zootecnia sempre più spesso riceve”.

E anche il presidente Anabic Luca Panichi rimarca “Il sistema allevatoriale di queste zone è d'avanguardia perchè riesce a tutelare l'ambiente producendo cibo a un prezzo giusto. Dobbiamo impedire alle grandi multinazionali di attaccare la zootecnia e trarre i giusti insegnamenti dalle difficoltà che negli ultimi anni abbiamo affrontato”.

“La zootecnia ha tenuto al processo di globalizzazione che tendeva ad uniformare il gusto verso un prodotto a basso costo. Questi allevatori hanno dimostrato il contrario con una razza migliorata apportando innovazione e raggiungendo ottimi successi” il messaggio di Gennaro Masiello presidente Coldiretti Campania.

Mentre Antonio Casazza presidente Confagricoltura Benevento punta i riflettori sulla necessità di “Garantire condizioni di benessere per allevatori e agricoltori che solo la parte viva di questa economia e dobbiamo dare coraggio alle nuove generazioni per evitare la desertificazione delle aree interne”.

Per Carmine Fusco presidente Cia Benevento “Non possiamo demordere, il comparto della marchigiana ha un futuro di prosperità ma sono necessari investimenti per la valorizzazione delle nostre carni, le cui particolarità spesso non sono note neanche nelle vicinanze”.

All'incontro tante altre voci a testimoniare un dibattito vivo per il settore. Hanno portato alla platea il loro contributo anche Filiberto Parente presidente Acli Terra Provincia di Benevento, Francesco Nardone responsabile Relazioni Istituzionali e Sviluppo Progetti Futuridea, Giuseppe Acocella magnifico Rettore Università Telematica Giustino Fortunato e Nino Lombardi presidente Provincia di Benevento.

A coordinare l'incontro Ettore Varricchio, professore di Morfofisiologia e Benessere Animale – Presidente del Corso di Laurea in Biologia “Risorse alimentari e nutrizione” dell’università degli Studi del Sannio che ha lanciato il suo imput “Sono necessari nuovi tempi, come chiede la politica agricola comunitaria che ci invita ad accelerare la transizione ecologica. E poi etica, con l'inserimento di giovani agricoltori e la valorizzazione del paesaggio per far conoscere di più le nostre terre”.