I frenetici scricchiolii politici sono tornati in questa calda estate, segnando una rottura ormai inevitabile nel Terzo Polo. Indifferenti alla portata del verbo "rompere", gli ex amici, una volta riuniti sotto lo stesso stendardo, ora si sono separati anche nei gruppi parlamentari, arrivando al tanto atteso divorzio.

Matteo Renzi, il maestro delle mosse estive, ha fatto circolare la notizia che ha dato il via alla rottura, anche se cercava di tenerla coperta. L'anno scorso, nello stesso periodo, aveva creato l'alleanza Azione-Italia Viva, dopo la rottura con il Pd di Enrico Letta. Ma questa volta, le cose sono andate più veloci del previsto, e il motivo scatenante è stata una cena al Twiga, lo stabilimento balneare della Versiliana, che ha acceso le polemiche.

Le critiche di Calenda a tre renziani che si sono concessi una cena con Daniela Santanchè hanno fatto scoppiare la lite. Per Renzi, è diventato il "derby Twiga-Capalbio", una rivalità che simboleggia il mare dove tradizionalmente Calenda trascorre le vacanze. Le tensioni tra i due sono aumentate già prima del voto, e la lite si è consumata qualche mese dopo quando Renzi ha rifiutato di unificare Italia Viva e Azione.

Questa volta, Renzi non è riuscito a trascinare la situazione a suo favore, poiché la rottura è stata causata dalla decisione di Italia Viva di lasciare i gruppi parlamentari. Calenda è rimasto calmo, entro i limiti del possibile, e ha sottolineato che se vogliono andarsene, lo facciano pure.

La situazione politica è tutt'altro che chiara, con Calenda che prende tempo per decidere come andare alle europee e Renzi che cerca di portare avanti la sua agenda. Le distanze politiche tra i due sono aumentate, e sembra inevitabile che ciascuno prenda la propria strada.

La rottura dei gruppi parlamentari segna una nuova fase di incertezza nella politica italiana. L'operazione è stata interamente concepita nella testa di Renzi, ma le conseguenze saranno ora affrontate da tutti i partiti coinvolti. L'unico messaggio chiaro che emerge è che le priorità politiche di ognuno sono diverse, e il futuro appare incerto per il Terzo Polo.