di Luigi Mainofi
Dalle vicende italiane di tangentopoli e, soprattutto, dal clima anti-Craxi, avevo intuito un’analogia tra quanto era accaduto in Cile nel settembre del 73 e quello verificatosi in Italia. Su LA LETTURA del 23.7.23, ho letto pagine illuminanti, che hanno rafforzato alcune mie intuizioni. Ringrazio gli autori Gianni Bella e Alessia Rastelli, per il contributo dato alla ricerca della verità.
L’interesse aumentava quando il pensiero andava alle decisioni prese dalla politica, dopo Craxi. Allende, appena eletto Presidente, novembre 1970, inizia ad attuare la “via cilena al socialismo”. Decise, tra l’altro, la nazionalizzazione delle imprese estrattive del rame, del salnitro e delle Banche, la partecipazione dei lavoratori in tutti gli ambiti della società, la presenza dello Stato nella proprietà delle altre Imprese. Una rivoluzione anche nel civile e nel sociale.
I poteri economici americani non gradivano nemmeno la fiducia politica che Allende riceveva da parte di molti Stati europei, tra cui l’Italia. Inoltre, molte imprese americane, come l’ITT, compagnia telefonica, chiedono (marzo 1972) che la Casa Bianca metta sotto pressione il Cile. Dopo pochi mesi, con il sostegno degli Stati Uniti, che erano abituati a “Governi fantocci” negli altri Paesi delle Americhe, incominciarono a incoraggiare le insurrezioni.
Dopo 1.103 giorni di Governo, avvenne l’assalto a La Moneda. Allende rifiutò l’offerta di andare in esilio e si suicidò. Grazie ai buoni rapporti tra il PSI e i socialisti cileni, ebbi modo di capire gli avvenimenti. Le pagine de LA LETTURA hanno rafforzato in me la convinzione che Craxi, come Allende, fu vittima anche dei poteri economici americani e della NATO.
La vicenda Craxi, oltre a dipendere dal clima politico italiano e da alcune sottovalutazioni del Partito socialista, fu influenzata dalle decisioni delle Potenze, che temevano l’aumento del prestigio del nostro Paese e di quello di un personaggio autorevole e non gestibile. In un momento in cui, la globalizzazione faceva crescere l’importanza del controllo politico degli Stati, i padroni delle economie mondiali non potevano tollerare il nuovo clima italiano. L’episodio scatenante fu quello di Sigonella, perché per la prima volta gli USA non riuscirono ad imporre la loro volontà.
Inoltre, Craxi era Vice Presidente dell’Internazionale Socialista, stimato e ascoltato e, nel 1987, fu nominato Rappresentante del Segretario Generale dell’ONU. Gli S.U. erano stati contrari al programma economico di Allende, che prevedeva la nazionalizzazione delle imprese, in Italia, sconfitto Craxi, nel 1992, i poteri economici utilizzando loro rappresentanti, con Draghi in testa, ed ottennero la privatizzazione di quasi tutte le imprese pubbliche.
C’è un’altra similitudine, mentre in Cile, la CIA pilotava le sommosse contro Allende, in Italia protagonista anti Craxi diventò anche la massoneria, che utilizzò il suo associato Di Pietro, come esecutore. La storia economica dei popoli, ci fa capire, che i vincitori hanno sempre trovato aiuto nel comportamento delle forze alternative e in quelle concorrenziali.
In Cile, il Partito Comunista cubano, con il consenso di quello sovietico, in modo occulto, era contro il Partito socialista di Allende. In Italia, il populismo berlingueriano e il giustizialismo degli intellettuali si sinistra, nella sostanza, diventarono utili idioti dei nuovi padroni delle imprese pubbliche italiane. Anche la fine dei due personaggi fu simile: Allende per non morire per mani nemiche si suicidò, Craxi per non essere ucciso, alla Sindona, rinunciò alla sanità italiana e andò a morire ad Hammamet.
Per capire il presente, bisogna leggere il passato.