Avellino

Come si evidenzia in un articolo di Soline Roy, apparso sul quotidiano “Le Figaro”, quando il termometro raggiunge certi livelli, gli sportivi e alcuni lavoratori, anche se in eccellente salute, possono essere vittime di un fenomeno poco conosciuto: “il colpo di calore da esercizio”. I casi sono rari, ma la prognosi può essere non buona. I parametri meteorologici e le condizioni di ogni individuo, estremamente variabili, rendono impossibile la predizione del fenomeno. Circa un terzo delle vittime di un colpo di calore da esercizio, ricoverate in terapia intensiva, muore. Questo secondo uno studio pubblicato nel febbraio 2022 dalla rivista scientifica “Nature reviews disease primers”.

L’umidità ambientale è criterio importante. In effetti è la sudorazione che permette al nostro organismo di scacciare il calore eccessivo. Ma per giocare il loro ruolo, e portare via l’eccesso di energia termica, le gocce di sudore devono essere in grado di evaporare. Se esse scorrono sulla pelle, non procurano raffreddamento. Se l’aria è già satura di umidità, assorbirà difficilmente la traspirazione, facendo in modo che il corpo non possa raffreddarsi.

Anche senza l’esercizio fisico, una temperatura di 46 gradi con 50% di umidità ambiente può essere mortale se non si fa niente per raffreddarsi. Il calore e l’attività fisica provocano reazioni sovrapponibili nel nostro organismo: aumentano la frequenza cardiaca e la temperatura interna, i vasi sanguigni si dilatano per portare più sangue in superficie ed evacuare il calore per mezzo della traspirazione. Ma quando l’aria diventa più calda della pelle, e magari è satura di umidità, il nostro corpo trova difficoltà ad evacuare il calore interno. Altri meccanismi propri del colpo di calore da esercizio sono ancora poco conosciuti. Un’ipotesi è che la membrana intestinale diventa permeabile perché meno irrigata dal sangue, che affluisce verso la pelle e gli organi vitali. Delle tossine e dei batteri potrebbero allora sfuggire e raggiungere la circolazione sanguigna, causando un’infiammazione che fa ancora salire la temperatura del corpo e può danneggiare alcuni organi. Degli studi hanno dimostrato anche lesioni delle cellule endoteliali (cellule che tappezzano i vasi sanguigni), ed ancora trombosi generalizzate e emorragie. Nei sopravvissuti possono perdurare per molto tempo complicazioni neurologiche e cardiovascolari.

L'autore è Medico - Endocrinologo