Benevento

Ci sono anche tre sanniti tra le quarantaquattro persone di cui la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta su un giro di patenti che, sospese o revocate, sarebbero state sbloccate in cambio di denaro.

Tra coloro che il 30 ottobre dovranno presentarsi dinanzi al Gup figurano funzionari della Prefettura e della Motorizzazione civile partenopee, un dipendente del Ministero dell'Interno, titolari di agenzie, intermediari, procacciatori e beneficiari delle condotte contestate, e Ciro Barometro (avvocato Fabio Russo), 55 anni, Grazia Zollo (avvocati Antonio Castiello e Mario Izzo), 68 anni, di Benevento, e Adriano Morelli (avvocati Rossana Ferraro e Vincenzo Domenico Ferraro), 29 anni, di Morcone. Diverse le posizioni e le accuse.

Barometro è ritenuto uno dei membri di una presunta associazione alla quale avrebbe procacciato clienti, gestendo le pratiche e occupandosi anche della falsificazione dei permessi di guida e della raccolta dei soldi.

Nel mirino degli inquirenti è finita l'indebita restituzione di patenti di guida ritirate e gravate da provvedimento di sospensione o revoca, la falsificazione materiale della patente di guida o di altri provvedimenti autorizzatori, l'illecita richiesta del duplicato di patenti, benché le stesse fossero già gravate da provvedimenti ostativi, il rinnovo delle patenti senza lo svolgimento delle previste visite mediche, la restituzione di punti decurtati dalle patenti per infrazioni al codice della strada in assenza dell'effettiva frequenza dei previsti corsi.

Attenzione puntata, inoltre,sulla predisposizione di falsa documentazione abilitativa alla guida temporanea in presenza di sospensione o revoca, l'occultamento delle pratiche amministrative e dei verbali trasmessi in prefettura dagli organi accertatori, con lo scopo di evitarne la trattazione, facendo decadere i termini di prescrizione previsti per l'emissione dei decreti sanzionatori.

I fatti vanno dal 2018 al 2019, sono stati racchiusi nelle accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, falso e truffa ai danni dello Stato.

Zollo è stata tirata in ballo perchè avrebbe sborsato 1300 euro per la gestione della pratica relativa alla sospensione della sua patente, mentre Morelli è stato chiamato in causaper un episodio riguardante la restituzione della patente ad una persona prima del decorso del termine di prescrizione previsto.