Napoli

Il Napoli è ripartito certamente da zero, almeno in termini di classifica, e senza sapere come sarà il viaggio né se percorrerlo gli consentirà di raggiungere le mete prefissate. Tutto quello che di straordinario ha fatto nel campionato appena concluso non varrà a nulla, infatti, in quello che sta per iniziare. Anzi. Se il futuro non sarà gestito con equilibrio e intelletto, il (recente) passato diverrà più gravoso che propulsivo (cosa che invece auspica il nostro presidente). Per la verità, spostando l'attenzione dai risvolti psicologici, di cui i detrattori tanto favoleggiano, al valore originario e (soprattutto) a quello acquisito dopo la cura Spalletti dai singoli giocatori e dal gruppo squadra - nel senso del modo di stare insieme dentro e fuori il rettangolo di gioco - il risultato cambia di molto e da zero (in classifica) sale tanto sia in termini qualitativi che quantitativi da consentire al team azzurro di mettere lui pressione alle altre squadre e non il contrario.

Dal giocattolo in procinto di sfasciarsi, rompersi, frantumarsi o, addirittura, dileguarsi dal palcoscenico nazionale e internazionale, cosa regolarmente profetizzata (o auspicata) da tutti i suoi detrattattori come dai suoi odiatori, si è passati a una squadra che ha conservato gran parte delle sue peculiarità e dei suoi uomini, al netto di qualche volontaria defezione, ben meno influente (a mio parere) di quelle di Milinkovic-Savic per la Lazio o di Tonali per il Milan.

Ma si sa noi siamo il Napoli e per chi, conterraneo o meno, vuole mettere scoramento o zizzania nel popolo ansante, quale occasione migliore di un inizio di stagione con qualche assenza importante (e qualche novità da scoprire) per fare previsioni catastrofiche o ventilare già guerre intestine e defezioni per soldi e benefit golosi. Ma non qui.

Scrivo questo pezzo prima di conoscere come finirà la telenovela di Kim Min-jae, anche se temo non bene per noi, ma comunque con la piena consapevolezza che chi verrà sarà stato sufficientemente valutato e riconosciuto, anche solo in potenza, come un suo degno sostituto. E vogliamo dire del ritorno di Gollini, dato già per perso, del probabile arrivo di Faraoni, che come sia sia è di gran lunga meglio di Bereszynski, e della solo millantata "fuga di cervelli" (vedi Lozano, Zielinski e Mario Rui)? Se aggiungiamo che Victor Osimhen probabilmente non andrà via e che al momento nessun altro calciatore ha chiesto la cessione immediata e irrevocabile, forse quello che ci aspetta è "solo un altro anno trionfale".