Avellino

"Il tribunale ha emesso, nel primo grado di giudizio del processo al Nuovo Clan Partenio, una sentenza di condanna per oltre 300 anni di reclusione riconoscendo la matrice mafiosa e la responsabilità in capo a tutti gli imputati.

È mafia. Un clan di camorra si è mosso all’interno della nostra città - tra le aste giudiziarie e le attività - tra gli ordini professionali e i colletti bianchi, marcando e insediandosi all’interno di una borghesia senza spina dorsale che solo grazie alla Procura ritrova i suoi anticorpi.

Una provincia e una città - e lo dice il report nazionale Ecomafie presentato ieri alla Camera - tra le prime in Italia per reati ambientali e in particolare per le cementificazioni illegali.

Una provincia e una città dove il confine tra lecito e illecito, tra profitto privato e benessere collettivo, tra controllo criminale e spazio democratico, si fa sempre più sottile.

Ma anche un territorio con tanti anticorpi, dal mondo del terzo settore e le associazioni che da anni denunciano - soli nel deserto - la presenza mafiosa in città, all’imprenditoria di eccellenza e alcuni coraggiosi esponenti nei consigli comunali.

Viva dunque la giustizia dei tribunali e le verità giudiziarie che verranno accertate nei prossimi grado di giudizio.

Viva soprattutto la memoria, l’impegno e la partecipazione di quanti con fatica aprono spazi democratici, di controllo e interesse popolare perché il prendersi cura della cosa pubblica attraverso l’impegno individuale e collettivo è la prima e più importante forma di antimafia sociale".