Avellino

Movida fuorilegge e cemento selvaggio. Sono due questioni della città di Avellino che entreranno in maniera preponderante nella campagna elettorale che a breve si animerà verso il voto del prossimo anno. Il sindaco Gianluca Festa lo sa bene. Ma rischia di sottovalutare due problematiche che incidono in maniera diretta sulla qualità della vita dei residenti nel centro cittadino. Lo si intuisce dal fatto che il primo cittadino abbia clamorosamente abbassato l'asticella: tant'è che nel fine settimana dal centro storico a via De Conciliis è un pullulare di discoteche all'aperto (non sappiamo fino a che punto consentite dalla legge) con musica a palla che rendono infernali le notti a quanti abitano in centro, perfino lungo il Corso Vittorio Emanuele. Nemmeno si può pretendere che carabinieri o polizia subentrino nei controlli di tipo amministrativo che sono prioritariamente di competenza dei vigili urbani.

A Napoli, per fare un esempio, l'amministrazione comunale si è fatta carico del problema che tormenta gli abitanti del centro ed ha istituito delle squadre speciali di vigili per le ore notturne: sono fioccate multe e denunce. Ad Avellino niente, se non segnali di episodi di violenza giovanile, vandalismi vari (i writers delle bombolette continuano indisturbati nelle loro scorribande a deturpare i palazzi della città), e aperture improvvisate di locali che hanno un solo scopo: distribuire alcol ai giovani a buon prezzo (ci auguriamo non ai minorenni...). 

Di fronte a tutto questo il sindaco Festa minimizza. E' la sua strategia, per ora. Dice che nel centro storico sono due le persone che si lamentano. Oggi però il sindaco non sa che un folto gruppo di residenti sta verificando con uno studio legale le iniziative da assumere. Vedremo.

Il cemento selvaggio: così l'ex asilo diventerà un palazzo?

Avellino ha davvero l'esigenza di nuove costruzioni in centro? Festa aveva sventolato la bandiera dell'ambientalismo e dello stop al cemento. Ma segnali contrastanti arrivano proprio dal centro città. La denuncia del consigliere comunale del Pd Nicola Giordano che ha parlato di un “assalto alla diligenza” è stata smentita in maniera approssimativa e alquanto incerta dall'assessore Buondonno e dallo stesso sindaco. 

Giordano ha parlato persino di un ordine monastico che si appresterebbe a cambiare la destinazione d'uso di un ex asilo già venduto ad un'impresa per la realizzazione di nove appartamenti di lusso. Riteniamo che si tratti dello stesso caso già sollevato su queste colonne quando venne realizzata una strada nel cortile dello stesso asilo. Il teorema di Giordano è chiaro: dai costruttori è legittimo aspettarsi che realizzino i loro obiettivi, niente da contestare, francamente dai preti ci aspetteremmo qualcosa di diverso. Un asilo, che ha fatto la storia della città, se non può tornare a svolgere la sua funzione sociale e pedagogica potrebbe almeno essere trasformato in un dormitorio per senzatetto o rifugio per donne vittima di violenza. In fondo sarebbe questa la vera missione di un ordine monastico. O no?