Benevento

Due dipendenti e tre medici prescrittori dell'Asl, titolari e soci di due sanitarie, procacciatori e parenti di persone che avevano presentato domanda per la pensione di invalidità civile e l'indennità di accompagnamento

In tutto 15 persone, i cui nomi compaiono nell'avviso con il quale il pm Maria Colucci ha comunicato la conclusione dell'inchiesta condotta dalla guardia di finanza sulle procedure di erogazione da parte dell'Asl dei presìdi riabilitativi. Si tratta di una indagine che era stata innescata dalle dichiarazioni di un dirigente medico dell'Asl, non più in servizio, la cui attenzione era stata richiamata da un numero, ritenuto anomalo, di carrozzine elettriche, protesi e apparecchi ortopedici prescritti per pazienti a suo dire portatori di patologie non appropriate.

Supportata dalle intercettazioni telefoniche, era finita all'attenzione dell'opinione pubblica l'8 marzo del 2021, quando le fiamme gialle avevano proceduto ad una serie di perquisizioni e sequestri negli uffici dell'Azienda sanitaria e in un paio di attività commerciali.

L'elenco include Antonio Falato (avvocati Vincenzo Sguera ed Emilio Perugini), di Calvi, impiegato addetto all'Ufficio assistenza riabilitativa, per il quale il gip Loredana Camerlengo ha disposto la sospensione per 12 mesi dall'esercizio di un pubblico ufficio, Ennio Nardone (avvocato Antonio Nobile ), di San Giorgio del Sannio, titolare di 'Ortopedia insieme' e dell'omonima ditta individuale, Nadia Nava (avvocati Antonio Leone e Alfonso Nava), di Colle Sannita, socio accomandatario di 'Sannio Ortopedia' , ai quali è stata invece applicato il divieto per 12 mesi di contrattare con la pubblica amministrazione.

Nessuna misura cautelare – il Pm ne aveva proposto altre cinque – per Daniele Colucci (avvocati Leone e Francesco Del Grosso), di Colle Sannita, socio accomandante di 'Sannio Ortopedia', Maurizio Pizzella (avvocati Sergio Rando e Paola Reale), di San Nicola Manfredi, socio di 'Sannio Ortopedia', i dottori Andrea Novelli (avvocati Arturo Spinazzola e Antonio Castiello), di San Nazzaro, Gennaro Lerro (avvocato Rando), di Pietrelcina, e Nunzio Varricchio (avvocati Camillo Cancellario e Umberto Del Basso De Caro), di Benevento, tutti medici prescrittori Asl, Giuseppa Iadanza (avvocati Fabio Russo e Daniele Bonavita), di Benevento, indicata come procacciatrice di pratiche. Le ipotesi di reato vanno, a vario titolo, dalla corruzione alla truffa ed al falso, e riguardano fatti che si sarebbero verificati dal 2019 al 2021.

Gli inquirenti sono convinti di aver ricostruito il modus operandi attraverso il quale sarebbe stato aggirato l'iter previsto per consentire l'assegnazione delle forniture di protesi ed ausili alle due ditte. Il punto di partenza sarebbe stato, al momento delle prescrizione, il mancato inserimento dei codici previsti dal tariffario, per non rientrare negli elenchi relativi al bando di gara aggiudicato dall'Asl ad un imprenditore napoletano, che stava operando in regime di proroga.

Dopo la scelta della sanitaria, sarebbero stati inseriti i codici di presìdi corrispondenti in realtà a beni diversi, con costi nettamente superiori rispetto a quelli a cui i pazienti avrebbero diritto e a quelli effettivamente forniti. Un meccanismo sotteso da un presunto giro di soldi, quantificato nel 20-30% del valore di ogni pratica autorizzata e liquidata. Per le sanitarie chiamate in causa il volume di affari nei tre anni avrebbe raggiunto, complessivamente, l'importo di oltre 1 milione e 300mila euro, con un profitto, definito illecito, che ammonterebbe a oltre 400mila euro.

Per il filone riguardante le domande di pensione e accompagnamento sono stati tirati in ballo Gennaro Fragnito, di Benevento, dipendente Asl in forza all'Uoc – ufficio Affari legali, e Varricchio, che avrebbero ricevuto, o accettato la promessa di ricevere, per se stessi e per consegnare a terzi i soldi che avrebbero sborsato i cinque figli e nipoti, indagati per concorso in corruzione – di Paduli, Benevento, Campolattaro e San Leucio del Sannio- delle persone che avevano chiesto, appunto, pensioni e accompagnamento. Si tratta di F. P., G.D.M., P.P., C. E. e A. C., per la cui difesa sono impegnati gli avvocati Sguera e, allo stato, Simona Barbone, Mario Feo, Paolo De Iorio.

Tutti gli indagati hanno ora venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie; esaurita questa fase, il Pm procederà alle eventuali richieste di rinvio a giudizio.