Montella

 

 

di Paola Iandolo 

Erano finiti in carcere con le accuse di "coltivazione non autorizzata di sostanze syupefacenti". Madre e figlio - rispettivamente di 52 anni e 28 anni - hanno lasciato il carcere di Bellizzi per l'insussistenza dell'ipotesi accusatoria al termine dell’udienza di convalida davanti al gip Francesca Spella. I due altirpini erano accusati di aver dato vita - in concorso tra di loro ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, ad una vera e propria coltivazione di piante di papavero da oppio utili per ricavarne eroina. Il legale dei due arrestati, l'avvocato Emilio Cordasco, del Foro di Avellino, ha messo in evidenza "l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria e ancor di più l’assenza di qualsivoglia strumentazione che potesse palesare l’esistenza di un’attività dedita alla coltivazione delle piante".

Le accuse 

Durante le operazioni di perquisizione effettuate dai militari dell'Arma furono rinvenute e sequestrate 107 piante di papavero da oppio, coltivate nel giardino di casa, alcune ancora in fioritura, altre senza petali o già recise e prive delle capsule.