Sorrento

“La mostra che la città di Sorrento ha dedicato ad Andy Warhol si impreziosisce di un’opera di grande valore storico-artistico e simbolico". Così Alfonso Iaccarino, amministratore delegato della Fondazione Sorrento annuncia la novità dell’installazione al secondo piano della sede espositiva di Villa Fiorentino, tra due straordinarie icone come Liz Taylor e Marilyn Monroe, dell’opera Vesuvius proveniente dalla Galleria Lucio Amelio di Napoli e di proprietà di un collezionista privato.

Siamo agli inizi degli anni ’80 quando il grande gallerista napoletano Lucio Amelio intuisce che la grande genialità di Andy Warhol avrebbe trovato terreno fertile nella capitale partenopea definita dal maestro “molto affine a New York”.
Il denso fascino napoletano e i drammatici eventi di quegli anni ispirano il padre della Pop Art a realizzare la notissima serie di “Vesuvius” del 1985.
Il vulcano è da sempre un fondamento dell’iconografia partenopea che Warhol “moltiplica” così come le Marilyn, le Campbell’s Soup e tutta la sua arte fondata sulla replicabilità icastica e per un verso mitologica. Il forte contrasto e la ricorrente raffigurazione oleografica della veduta napoletana, il valore spettacolare seppure drammatico, della devastazione eruttiva, vita-morte, incanta il maestro come tantissimi artisti del passato.

Warhol: l'eruzione del Vesuvio un'immagine sconvolgente e straordinaria

“Per me l’eruzione è un’immagine sconvolgente, un avvenimento straordinario e anche un grande pezzo di scultura - disse Warho - Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale”.
Con queste parole Andy Warhol descrisse la serie di opere della personale al Museo di Capodimonte nel 1985. L’opera, courtesy del collezionista Pasquale Minichino, è una serigrafia a colori 80x100 del 1985 firmata Andy Warhol in basso a destra, n. 36/250, timbro sul retro: @Andy Warhol 1985 /Fondazione Amelio Istituto per l’arte Contemporanea Napoli.
Secondo le indicazioni che il proprietario ricevette dallo stesso Andy Warhol, l’opera è accompagnata da pietre laviche del Vesuvio collocate su una mensola lungo la base ed a terra.