Avellino

Armi e detonatori condivisi da adolescenti su Telegram e il social diventato luogo dove chiedere consigli e scambiarsi opinioni su come realizzare miscele esplosive: "Avete mai fatto una molotov? Io sì. Martedì provo a fare del Napalm", si legge nelle chat dell'indagine 'Alchimia' (clicca e leggi) acquisite dagli investigatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano. All'alba di giovedì 8 le perquisizioni eseguite ad Avellino, Lecce, Milano, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso da uomini di Polizia postale, Digos e unità cinofile della Polizia di Stato su disposizione del Procuratore capo del Tribunale per i minorenni di Milano, Ciro Cascone, e del sostituto Sabrina Ditaranto. L'inchiesta, condotta fra 2022-23, ha svelato l'esistenza di 'spazi' virtuali utilizzati da giovani e giovanissimi per condividere la passione estrema per armi, esplosivi e sostanze chimiche acquistate su internet messe in bella mostra sul servizio di messaggistica istantanea. Ad allertare gli inquirenti impegnati in attività di monitoraggio della rete e le tecnologie in dotazione ai Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica gli scambi in chat fra i ragazzi. "Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano". "Ci ho sparato con una Glock vera... Te lo dico perché le modifico da quando avevo 14 anni". In classe da insegnanti e compagni c'è chi si è presentato "con un multitool con coltello" e ha "rischiato di andare al minorile" afferma fiero. "I miei genitori sono contrari alle armi - scrive un altro - allora me le fabbrico io, oppure me le prendo da qualche parte". Il leit motiv individuato dagli investigatori del cybercrime è sempre lo stesso: foto e video che mostrano armi da taglio, da sparo e da softair, esposte in posa o durante l'utilizzo. "Qualcuno ha un video tutorial per un detonatore?", chiede un internauta. "Buon pomeriggio, ecco a voi un piccolo dispositivo" risponde l'anonimo la cui identità è stata 'bucata' dalla polizia postale. Che si tratti di sparate adolescenziali, con immagini e frame presi da internet, oppure di illeciti penali, lo diranno le perquisizioni domiciliari. Come che sia, comportamenti che "rientrano in una più ampia problematica di utilizzo distorto dei social network - commenta la Polizia di Stato l'operazione - e delle altre risorse della Rete".