Avellino

 

 

di Paola Iandolo 

L'ex comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Avellino, stava ricostruendo tutta la genesi dell'inchiesta sulle aste giudiziarie condizionate da presunti componenti del clan Partenio, quando è stato interrotto dal pm in quanto a suo avviso "non aveva preparato le domande vista l'importanza del procedimento penale". Dunque ha rinviato il processo al 7 luglio quando verrà riascoltato il capitano dei carabinieri.

Udienza lampo

Russo nel corso dell'udienza lampo ha precisato che nel 2018 stavano intercettando all'interno dell'abitazione di Pasquale Galdieri, O Milord "per cercare di comprendere i suoi interessi nella tornata elettorale che coinvolgeva il Comune di Avellino e che aveva visto la partecipazione di Damiano Genovese. Da un'intercettazione risalente al 2018, emerge un trasferimento di denaro da parte di Galdieri che, in qualche modo, aveva suscitato l'irritazione di Antonio Genovese, zio di Damiano (gravato da precedenti penali, attualmente libero). Di conseguenza, Damiano Genovese fu incaricato di fare luce sulla questione".

Il contenuto delle intercettazioni

Il maggiore Russo ha poi aggiunto: "I Galdieri 'usavano' Damiano Genovese perché era meno attentamente monitorato dalle forze dell'ordine. Un’altra intercettazione che vede protagonista Damiano Genovese ci porta a conoscenza del famoso 'bacio' sulla bocca tra Beniamino Pagano e Damiano Genovese, che sarebbe avvenuto nel deposito di legname del primo. Ed ancora un'altra intercettazione emerge l’interessamento di Pasquale Galdieri verso un’asta giudiziaria. Secondo la nostra ricostruzione emerge che Galdieri chiede a Genovese di interessarsi alla vicenda.

Dalla lettura emerge che Galdieri aveva chiesto a Genovese di informarlo su tutte le aste giudiziarie che sarebbero avvenute. Questa, di fatto, è stata 'la genesi' dell’inchiesta Aste OK. Per quanto riguarda le aste, una conversazione tra Pasquale Galdieri e Damiano Genovese sottolinea ancora una volta la volontà di Galdieri di conoscere l’attività di Livia Forte e, per consentire che ciò avvenisse, aveva incaricato proprio Damiano Genovese, dicendogli: 'Metti un orecchio a terra!'."

Ma l'esposizione dell'ex comandante non convicono il pubblico ministero della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli che si è infastido decidendo di rinviare il processo.