Benevento

Quattro condanne e due assoluzioni sono state chieste dal Pm nel processo a carico di tre medici ed altrettanti infermieri del Rummo chiamati in causa, a vario titolo, dall'indagine sulla morte di un 83enne di San Giorgio la Molara, avvenuta il 16 agosto del 2016.

La condanna ad 1 anno e 6 mesi è stata proposta per i dottori Cecilia Ponzano e Donatella Pisaniello, e per Angelo Di Dio e Giuseppe Calabrese, rispettivamente infermieri strumentista e di sala; l'assoluzione, per non aver commesso il fatto, per l'anestesista Concetta Pellegrini ed un altro infermiere di sala, Pasquale Truppi, L'avvocato Alberto Mignone, per le parti civili, ha sollecitato la dichiarazione di responsabilità degli imputati, mentre l'avvocato Marcello D'Auria ha concluso per l'assoluzione di Truppi, suo assistito, del quale ha evidenziato l'estraneità ad ogni addebito.

Tra il 3 luglio ed il 25 settembre si esauriranno le arringhe degli altri difensori: gli avvocati Antonio Leone, Raffaele Scarinzi, Fabrizio Crisci, Rino Caputo, Giorgio Esposito, Massimiliano Costa e Fabio de Maria, poi la sentenza del giudice Nuzzo.

Secondo una prima ricostruzione, l'anziano si era ricoverato in ospedale a metà giugno del 2016 per un problema alla colecisti. I risultati degli esami che gli erano stati praticati avevano reso indispensabile l'intervento, effettuato a luglio. Tutto era filato via liscio, nessuna difficoltà. Fino a quando, ma per una complicanza legata al drenaggio, il paziente era entrato ancora in sala operatoria.

E non è finita: perchè, sostiene l'accusa, l'83enne aveva infatti dovuto affrontare un terzo intervento perchè nel corso del precedente gli avrebbero lasciato una garza usata a scopo emostatico nella cavità addominale. Un corpo estraneo che gli avrebbe causato un'infezione ed avrebbe determinato il ricorso all'ulteriore operazione. A distanza di meno di una settimana, infine, il decesso del pensionato.